Slovacchia – Don Titus Zeman è beato
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02 Ottobre 2017

(ANS – Bratislava) – “Donare la vita per i fratelli, fu l’ideale del beato Tito Zeman. Fu arrestato perché aiutava seminaristi e sacerdoti a espatriare per vivere il loro ideale apostolico. Ma egli seppe affrontare l’orrore della prigione con fede, con coraggio, con la speranza che un giorno la verità avrebbe prevalso sulla menzogna. La protezione di Maria Ausiliatrice lo sostenne nel perseverare nel bene. Ma era soprattutto la carità che lo ispirava a vivere in grado eroico il suo martirio quotidiano. La sua prigionia fu da lui trasformata in sacrificio di redenzione per gli altri”.

Sono questi alcuni dei passaggi dell’intensa omelia pronunciata dal cardinale Angelo Amato, SDB, rappresentante del Papa e Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, nel corso della solenne Eucaristia celebrata sabato 30 settembre a Bratislava in occasione della beatificazione di Titus Zeman, salesiano sacerdote, martire.

Un evento di Chiesa e di Famiglia Salesiana che ha visto la partecipazione di 25.000 fedeli, 25 arcivescovi e vescovi, circa 500 sacerdoti, 200 seminaristi. Con il cardinale Amato tra i concelebranti principali c’erano l’arcivescovo di Bratislava, mons. Stanislav Zvolenský, il Rettor Maggiore, Don Ángel Fernández Artime, il cardinale slovacco Jozef Tomko, Prefetto emerito della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, e il Nunzio Apostolico, mons. Giacomo Ottonello. Erano presenti anche due sorelle del nuovo beato e diversi parenti.

Un momento di particolare intensità si è vissuto con il rito di beatificazione. Dopo la richiesta ufficiale da parte dell’arcivescovo di Bratislava, accompagnato dal Postulatore Generale, don Pierluigi Cameroni, SDB, e dal Vice-Postulatore, don Jozef Slivon, SDB, il cardinale Amato ha dato lettura della Lettera Apostolica con la quale si stabilisce che Titus Zeman sia annoverato nel numero dei beati e la cui memoria liturgica sia celebrata il giorno 8 gennaio, suo dies natalis.

“Martire per le vocazioni si può definire il beato Tito Zeman. Egli amava la sua vocazione di salesiano e di sacerdote e desiderava che anche altri giovani vivessero nella libertà il sogno della loro consacrazione al Signore. È un messaggio per tutti noi oggi. La riconquistata libertà, unita spesso a una certa dittatura del benessere e della trasgressione, non mortifichi e non spenga gli ideali di chi vuole vivere in pienezza la scelta del bene. Sono i santi e i martiri la risorsa più bella di un popolo”. Queste parole del cardinale Amato ben riassumono la testimonianza e il messaggio del nuovo beato.

Nella giornata successiva, domenica 1° ottobre, è stata la comunità cristiana e civile di Vajnory a rendere grazie per la beatificazione di Titus Zeman. Vajnory è il sobborgo di Bratislava dove don Titus nacque il 4 gennaio 1915, fu battezzato e cresimato, celebrò la Prima Messa e concluse sua la vicenda terrena l’8 gennaio 1969, terminando la sua buona battaglia di fedele discepolo di Gesù fino al martirio.

Nella solenne concelebrazione presieduta dall’arcivescovo di Bratislava, mons. Zvolenský, il Rettor Maggiore ha predicato l’omelia e sottolineato l’attualità della testimonianza di don Zeman, anche in riferimento “alla preparazione e alla celebrazione del prossimo sinodo dedicato al tema: I giovani, la fede e il discernimento vocazionale. Don Titus, attraverso i passaggi clandestini, ha in certo modo incarnato quei passaggi fondamentali del processo di discernimento, che è lo strumento principale con il quale si offre ai giovani la possibilità per scoprire e realizzare, alla luce della fede, la propria vocazione”

Per questo il Rettor Maggiore ha auspicato che per la Chiesa di Dio che è in Slovacchia e per tutta la Famiglia Salesiana il Beato Titus Zeman “sia una di quelle figure di riferimento che svolgono il ruolo di adulti degni di fede, con cui entrare in positiva alleanza, fondamentale in ogni percorso di maturazione umana e di discernimento vocazionale”.

Nel pomeriggio il reliquiario del nuovo beato è stato accompagnato dai suoi concittadini, vestiti con gli abiti tradizionali, nella chiesa parrocchiale, dove, dopo la venerazione dei fedeli, è stato collocato in un altare laterale.

Anche Papa Francesco, al termine dell’Angelus recitato nel corso della visita pastorale a Bologna, ha reso omaggio al nuovo beato: “Egli si unisce alla lunga schiera dei martiri del XX secolo, perché morì nel 1969 dopo essere stato per lungo tempo in carcere a causa della sua fede e del suo servizio pastorale. La sua testimonianza ci sostenga nei momenti più difficili della vita e ci aiuti a riconoscere, anche nella prova, la presenza del Signore”.

Su ANSFlickr sono presenti numerose fotografie delle cerimonie del fine-settimana.

Per ulteriori informazioni e materiali è sempre disponibile il sito: www.tituszeman.sk/it 

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