Germania – Sig. Muller, SDB: “Abbiamo bisogno di meno consulenti e di più pastori”
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15 Maggio 2018

(ANS – Heilbad Heiligenstadt) – Lo scorso 8 maggio, a Heilbad Heiligenstadt, in Germania, si è svolto il congresso annuale degli amministratori delle congregazioni religiose scandinave. All’evento è intervenuto anche il sig. Jean Paul Muller, Salesiano Coadiutore, Economo Generale della Congregazione. Il suo discorso, è partito da un’analisi della società odierna, nella quale la gran parte delle persone si sente vulnerabile e marginalizzata. Spesso prova paura, si sente discriminata e si rende conto che i propri figli non hanno le stesse possibilità di frequentare i centri educativi che invece hanno le classi sociali più benestanti.

Le istituzioni a livello locale fanno troppo poco; anzi, spesso accentuano il grado di discriminazione all’interno della società. Il sig. Muller ha chiesto alle istituzioni di aprire le menti e sviluppare una visione che possa essere più ampia, e di creare nuovi alloggi popolari per le classi sociali meno abbienti.

La politica dei Paesi Scandinavi tende spesso a creare dei centri con all’interno un gran numero di persone, compresi i rifugiati. Di conseguenza, questi centri diventano degli “slum”, delle baraccopoli sociali, dove la gente si sente isolata dal resto della società. Per fronteggiare questo problema è necessario avviare una politica moderna che porti alla costruzione di nuove abitazioni.

Nel campo della pedagogia si devono portare avanti dei programmi che non siano solo dedicati ai giovani che si affacciano sul mercato del lavoro, ma anche alle madri immigrate, cercando ad esempio di insegnare loro le lingue dei Paesi dove sono arrivate da poco tempo.

Il sig. Muller ha chiesto ai responsabili delle congregazioni religiose di aumentare e migliorare la sinergia, soprattutto a livello europeo, al fine di dare nuove risposte significative, concentrandosi su alcuni punti specifici e cercando al tempo stesso di coinvolgere gli altri attori sociali ad operare nello stesso modo.

Don Bosco ha dimostrato che “nel momento della vita in cui ci troviamo, cioè dopo la nascita e prima della morte, abbiamo la possibilità di poter cambiare le cose”.

Chiunque sia battezzato in una Chiesa cattolica o protestante, anglicana o ortodossa, ha il grande compito di ampliare la visione del mondo, aiutando gli altri a cercare se stessi.

In Europa non c’è bisogno di uffici di amministrazione ma della cura pastorale, che abbia in se stessa anche dei momenti formativi. Per esempio, spesso le ragazze madri, dovendo crescere i loro figli da sole, tendono ad abbandonare i propri sogni; invece sarebbe utile dimostrare loro che ancora possono contribuire attivamente alla società.

In questo contesto è quindi fondamentale una cura pastorale che possa sostenere alcune categorie sociali: le ragazze madri, gli anziani impoveriti e i disoccupati ultra-quarantenni. Tutte queste persone si sentono disorientate in una società che al giorno d’oggi non offre loro l’opportunità di realizzare i propri sogni ed i propri progetti. La cura pastorale può invece dar loro la possibilità di essere parte attiva della società.

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