Italia – Amazzonia: contraddizioni, lacerazioni e profetismo, in vista del Sinodo dei Vescovi 2019

22 Ottobre 2018

(ANS – Roma) – I popoli dell’Amazzonia chiedono più attenzione di parte della Chiesa e anche dei governi. Papa Francesco, sensibile a questa tematica, ha indetto per il mese di ottobre 2019 un Sinodo dei Vescovi per la Regione Panamazzonica dal titolo: “Amazzonia, nuovi cammini per la Chiesa e per una ecologia integrale”. Da parte sua la Famiglia Salesiana intende contribuire alla preparazione in vari modi, tra cui un percorso di riflessione, che ha già avuto inizio.

Nella Facoltà di Teologia della Università Pontificia Salesiana (UPS) di Roma, giovedì 11 ottobre, si è svolto il “Seminario sull’Amazzonia. Contraddizioni, lacerazioni e profetismo. Uno sguardo verso il Sinodo dei vescovi 2019”, organizzato congiuntamente dalla Facoltà di Teologia di quell’università, il Dicastero per le Missioni Salesiane e la Postulazione per le Causa dei Santi della Famiglia Salesiana.

“Ovviamente quando si tratta dell’argomento Amazzonia è in gioco anche il lavoro della Chiesa: non si tratta soltanto della biodiversità, o della diversità di culture, ma soprattutto dello scopo della presenza della Chiesa in quel contesto” ha spiegato nell’occasione il prof. Damásio Medeiros SDB, Decano della Facoltà.

Da parte sua, il prof. Antonino Colajanni, Docente di Antropologia sociale all’Università di Roma “La Sapienza”, ha manifestato che “quasi tutti gli ordini religiosi si stanno concentrando nella preparazione del Sinodo. L’esperienza della foresta è un’esperienza fondamentale perché ci fa tornare a una visione integrale e globale dell’uomo come membro di una comunità, ma in un contesto ambientale”.

Don Juan Bottasso SDB, docente dell’Università Politecnica Salesiana di Quito, Ecuador, mentre ha esortato ad avere una visione integrale della Amazzonia, ha presentato una proposta ai Figli spirituali di Don Bosco: “I salesiani possono presentare al Sinodo due grandi icone, due grandi simboli, due paradigmi di quello che può essere l’azione tra gli indigeni: don Rodolfo Lunkenbein, martire salesiano in Brasile, che coscientemente, sotto minaccia, sapendo a che cosa si esponeva, è andato, pieno di vita e di gioventù, incontro alla morte per difendere il territorio, insieme al catechista indigeno Simão Bororo; e don Luis Bolla, padre ‘Yánkuam’ come veniva chiamato dagli indigeni che serviva, gli Achuar, in Ecuador e Perù”.

Don Bolla, ha aggiunto don Bottasso, ha rappresentato un vero modello di accompagnamento salesiano: “Non è andato là dicendo ‘poveri selvaggi, mi sacrifico per insegnarvi qualcosa’. Piuttosto dicendo: ‘voi avete tanto da insegnarmi. Però neanche la vostra cultura è perfetta. Vengo a camminare in mezzo a voi, con voi, perché l’assedio che vi circonda è terribile e io voglio accompagnarvi’. Lo chiese come un favore. Non è il missionario che va come un padrone, che va a dettare legge, che va cambiare i costumi. È il missionario che va imparare, a scoprire il perché di certe forme culturali, con amore, con allegria”, ha manifestato don Bottasso.

Gli interventi successivi sono stati quelli del prof. Jorge Lachnitt, dell’Università Salesiana “Don Bosco” di Campo Grande, Brasile, che ha parlato di “Evangelizzazione, promozione umana, martirio”, nel contesto amazzonico; e quello di don Pier Luigi Cameroni, Postulatore Generale delle Cause dei Santi della Famiglia Salesiana, che ha tracciato nel dettaglio il profilo missionario e spirituale di don Rodolfo Lunkenbein (1939-1975), a partire dal suo motto: “Sono venuto per servire e dare la vita”.

Al seminario tenuto all’UPS seguiranno altri passi: una prima fase avrà luogo nel prossimo novembre a Manaus, nel centro dell’Amazzonia, con i missionari salesiani che lavorano in quel contesto, insieme a diversi vescovi, studiosi e ricercatori, i quali approfondiranno in maniera peculiare il tema del Sinodo. Mentre all’inizio del mese di febbraio 2019 è già programmato a Roma un Convegno Internazionale in cui si ascolteranno molte voci: quelle dei responsabili delle comunità amazzoniche, la voce ecclesiale e anche quella del mondo accademico. “Verranno dall’America Latina a condividere questa ricca realtà: per la Chiesa, ma soprattutto per i popoli che vivono lì e per tutto il mondo” ha concluso don Medeiros.

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