Giappone – I martiri di Nagasaki e la Famiglia Salesiana

12 Settembre 2016

(ANS – Nagasaki) – Il 10 settembre il Martirologio Romano ha ricordato i beati Sebastiano Kimura, Francesco Morales e 50 compagni martiri che morirono per Cristo a Nagasaki, tra terribili sofferenze. Fanno parte di una schiera di 205 beati, tutti martirizzati nella seconda ondata di persecuzioni registrate nel paese del Sol Levante. Ma l’evangelizzazione che era stata operata in quelle terre da tanti missionari costituì un seme che, pur sepolto per molto tempo, si è preservato e continua ancora a dare frutti. Oggi, anche con l’aiuto dei Salesiani e della Famiglia Salesiana.

Quando la Famiglia Salesiana ha celebrato, nel 2015, i 200 anni dalla nascita di Don Bosco, la Chiesa Giappone ha ricordato contemporaneamente i 150 anni dalla scoperta dei “cristiani sotterranei”, silenziosamente sopravvissuti a 250 anni di persecuzioni. Appena poche settimane dopo la consacrazione della prima chiesa cattolica a Nagasaki, a Oura, un missionario francese incontrò alcune donne che gli confidarono: “Condividiamo lo stesso cuore”.

Una di quelle comunità sotterranee sopravvisse nel distretto costiero di Nagasaki, a Sotome. Un area in cui oggi il sono presenti e attive tre grandi comunità delle Suore della Carità di Gesù – 11° gruppo della Famiglia Salesiana – che con le loro circa 80 religiose si prendono cura di un ospedale, una farmacia, una casa per ritiri, una per anziani ed una per suore anziane e malate. In virtù della comune radice carismatica, già da alcuni decenni a Sotome risiede anche un salesiano, con funzione di cappellano, che da 6 anni è don Tadeusz Sobon.

I Salesiani sono presenti anche in un altro sobborgo di Nagasaki, Aino, da oltre 40 anni, occupandosi di una piccola parrocchia e della scuola materna. L’educazione dei bambini non cristiani nella scuola materna diviene il miglior ponte verso la società locale. Anche se la messa domenicale è regolarmente frequentata da un numero esiguo di fedeli, ci sono già tre generazioni e centinaia di exallievi cattolici della scuola, che sono entrati in contatto con la Chiesa Cattolica, attraverso i Salesiani e le Suore della Carità di Gesù.

Oggi a Nagasaki sono presenti circa 60.000 cattolici, il 4% della popolazione locale – la più alta percentuale in rapporto a tutto il territorio giapponese.

“Senza una solida spiritualità missionaria ci si può facilmente scoraggiare in Giappone. Ma la fede e la pazienza portano frutti e il sangue dei martiri è una garanzia di questo processo!” afferma don Sobon.

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