Liberia – La Liberia dopo l’Ebola

16 Novembre 2016

(ANS – Monrovia) – Il 7 Settembre scorso la Liberia ha nuovamente ultimato le 6 settimane di quarantena e poi i 90 giorni di allerta dall’ultimo caso di Ebola. Nonostante l’Organizzazione Mondiale della Salute raccomandi di mantenere alti i controlli su possibili nuovi focolai, attualmente c’è una preparazione più adeguata per identificare, isolare e trattare nuovi casi. “Le relazioni sociali, il commercio, la politica stanno ritornando ai ritmi normali… Ma si nota sempre di più la distanza tra ‘chi sta bene’ e coloro che sono i più indigenti, più carenti di educazione, salute, lavoro”. A parlare è il salesiano don Nicola Ciarapica SDB, che a Monrovia dirige il centro “Don Bosco - Matadi”.

di Simone Baroncia

Nell’assemblea plenaria di aprile 2016 i vescovi liberiani hanno sottolineato che il problema fondamentale per la nazione è la mancata scolarizzazione: quali sono le conseguenze?

Quasi due terzi di bambini tra i 5 ed i 10 anni non frequenta la scuola primaria, un primato per Liberia di cui non ci si può vantare. La Liberia esce da 14 anni di guerra e da 2 anni di Ebola. Dopo ogni crisi la scuola fornisce ai bambini/e, ragazzi/e la stabilità necessaria per far fronte ai traumi: senza scuola c’è meno protezione attorno a loro, e loro stessi hanno maggiori possibilità di subire abusi e sfruttamento. La Chiesa richiama all’impegno a fornire ‘un’istruzione di qualità’ alla popolazione.

Noi Salesiani abbiamo già due scuole, con il progetto di accettare un’altra scuola nel Nord della nazione e di arricchire di corsi professionali quelle esistenti. Con l’aiuto dei benefattori abbiamo assistito più di 250 famiglie nel 2015 e più di 150 famiglie nell’anno successivo, per assicurare che i loro figli potessero accedere all’educazione e non rimanere sulla strada. Abbiamo bisogno che si continui questa collaborazione…

I vescovi hanno esortato anche a non dimenticare “i più vulnerabili e bisognosi della società”…

Nella nostra parrocchia sono presenti le Suore di Madre Teresa. Oltre all’assistenza ai più poveri offrono ospitalità a malati di Tubercolosi, alle ragazze madri, ai sieropositivi, ai bambini malnutriti… Con i Cooperatori Salesiani abbiamo raccolto fondi e scavato tre pozzi di acqua potabile per i gruppi di famiglie che vivono nella zona paludosa attorno a noi… Evangelizzazione, salute, educazione, opere sociali, giustizia, pace e mass media sono i temi che la Chiesa Cattolica ha affrontato nella sua ultima Assemblea Plenaria”.

Un altro nodo riguarda la famiglia…

La Chiesa sceglie ‘vicinanza e compassione’ alle famiglie che vivono situazioni di fragilità ed invita alla misericordia come scelta pastorale dei sacerdoti, ma mette anche in guardia contro ogni attentato al matrimonio e alla famiglia come un attentato alla stabilità socio-politica, culturale e morale.

Nel messaggio per la giornata missionaria papa Francesco chiede una Chiesa testimone di misericordia: come si concretizza?

Già durante il contagio del virus Ebola i cristiani si sono coinvolti in prima fila anche a costo della vita per l’informazione, prevenzione, cura dei malati, dignitosa sepoltura dei morti. Ora è stato riaperto l’ospedale Cattolico san Giuseppe. Sono state potenziate e meglio equipaggiate le 7 cliniche gestite dalla Chiesa Cattolica con l’obiettivo di ‘promuovere e preservare la cultura della vita dal grembo materno alla tomba’, con particolare attenzione alla popolazione che vive nelle zone più remote della Liberia.

Nell’anno straordinario della Misericordia, ci affidiamo all’intercessione di Maria, Regina della pace.

Fonte: www.acistampa.com 

InfoANS

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