Gran Bretagna – In dialogo con il primo Salesiano liberiano

17 Gennaio 2017

(ANS – Thornleigh) - Don Blamoh Harris, il primo Salesiano della Liberia, ha fatto visita ai primi di gennaio alla comunità salesiana di Thornleigh, in Gran Bretagna. Ciò ha costituito l’occasione per un commovente incontro con alcuni missionari salesiani che in passato hanno servito nel paese africano ed anche per un’intervista a cura dell’Ufficio di Comunicazione dell’Ispettoria della Gran Bretagna (Salesian Link).

Qual è stato il tuo percorso formativo?

Alle scuole superiori ero molto coinvolto nel lavoro con i giovani della mia parrocchia e un sacerdote, p. Michael O’Leary SMA, mi suggerì che i Salesiani potevano essere la risposta giusta per me. Di conseguenza andai a Monrovia e frequentai la scuola professionale Don Bosco, dove ho appreso edilizia e carpenteria, e incontrato diversi Salesiani britannici tra i quali don Joe Brown e don Donald Macdonald.

Nel 1984 non c’era alcun noviziato salesiano anglofono in Africa, così andai a studiare nelle Filippine ed emisi la prima professione il 1° aprile 1986. Dopo gli studi di filosofia in Lesotho sono tornato in Liberia per il tirocinio nel 1989, poco prima che iniziasse la guerra. Dato che i Salesiani erano stati tutti costretti ad abbandonare il paese rimasi da solo e decisi di tornare alla mia diocesi. Per un po’ di tempo i Salesiani non sapevano nemmeno dove mi trovassi. Fu Sean Devereux – che stava lavorando per le Nazioni Unite – che ci aiutò a tornare in contatto.

Parlaci di Ashaiman, in Ghana, dove hai servito per 11 anni.

L’area è ricca di sfide e le persone vivono in gravi condizioni di povertà. In linea con il carisma salesiano, la scuola professionale Don Bosco offre educazione e formazione professionale ai giovani, ragazzi e ragazze, e li prepara per il lavoro nelle imprese locali. L’offerta formativa comprende meccanica automobilistica, contabilità, abilità informatiche, competenze per lavori di segreteria e di calcolo, e gli studenti possono conseguire le qualifiche per accedere all’educazione universitaria. I Salesiani sono attivi anche con il programma “Don Bosco Reach Out” un progetto che sostiene gli exallievi diplomati della scuola nella creazione di piccole attività in proprio. In questi anni la scuola è cresciuta da 350 a 720 studenti.

Nella tua nuova missione dovrai condurre una parrocchia di circa 800 famiglie a Ondo, Nigeria.

La parrocchia ha un grande centro giovanile e una gran varietà di attività per i giovani. C’è un gruppo di catechisti e vari gruppi di liturgia che impostano il tema per ogni anno negli ambiti della liturgia e della spiritualità.

Quali sono le sfide dell’Ispettoria Africa Occidentale Anglofona (AFW)?

In Liberia, come in Sierra Leone, la gente aveva appena iniziato a ricostruire la propria vita dopo la guerra quand’ecco è arrivata l’Ebola. È difficile rispondere alle persone che hanno visto le proprie famiglie spazzate via, e cercare di spiegare tutto questo in termini di un Dio amorevole, ma credo che il fatto che abbiano visto la presenza della Chiesa tra di loro, nella loro sofferenza e nel dolore, sia l’elemento più importante.

Inoltre, durante la guerra molti bambini sono stati costretti o indotti a prendere le armi e, ora che crescono, come Salesiani li stiamo accompagnando nel superare questo aspetto del loro passato. Il progetto “Riconciliazione attraverso lo Sport” si è dimostrato un valido approccio in tal senso.

Le cose ora stanno cominciando a migliorare dopo la crisi dell’Ebola, ma rimane la povertà, e per la gente alle volte è difficile trovare un equilibrio spirituale dovendo fronteggiare le esigenze basilari per la vita stessa.

InfoANS

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