RMG – 2 aprile: 175° della nascita di San Domenico Savio

31 Marzo 2017

(ANS – Roma) – Il 2 aprile 1842 nella borgata di San Giovanni, frazione di Riva presso Chieri (Torino), nasce, da Carlo e Brigida Gaiato, Domenico Savio. È il secondo di 10 fratelli. Il padre viene da Ranello, frazione di Castelnuovo d’Asti (oggi Castelnuovo don Bosco) ed esercita la professione di fabbro; la madre è originaria di Cerreto d’Asti e fa la sarta. Domenico viene battezzato il giorno stesso della nascita nella chiesa parrocchiale di Riva presso Chieri.

La santità di Domenico Savio è un forte richiamo alla realtà preventiva, riconosciuta innanzitutto come l’agire della grazia che previene e accompagna. Don Bosco stesso, raccontando il primo incontrò con il Savio, testimoniò: “Conobbi in lui un animo tutto secondo lo spirito del Signore, e rimasi non poco stupito considerando i lavori che la Grazia divina aveva già operato in quel tenero cuore”.

Segno sacramentale di tale azione fu la Prima Comunione, vista come un seme che coltivato diventa fonte di vita gioiosa e di impegni decisi: “Quel giorno fu per lui sempre memorabile e si può chiamare vero principio o piuttosto continuazione di una vita, che può servire di modello a qualsiasi fedele cristiano. Parecchi anni dopo facendolo parlare della sua Prima Comunione gli si vedeva ancora trasparire la più viva gioia sul volto: oh! quello, soleva dire, fu per me un bel giorno ed un gran giorno. Si scrisse alcuni ricordi che conservava gelosamente in un libro di devozione e che spesso leggeva: 1° Mi confesserò molto sovente e farò la comunione tutte le volte che il confessore mi dà licenza. 2° Voglio santificare i giorni festivi. 3° I miei amici saranno Gesù e Maria. 4° La morte ma non peccati. Questi ricordi, che spesso andava ripetendo, furono come la guida delle sue azioni sino alla fine della vita”.

Tutto questo fa di Domenico Savio una sorta di capo-fila, una specie di maestro nelle vie di Dio, come viene confermato dalla vita di tanti beati, venerabili e servi di Dio della Famiglia Salesiana che fecero propri i suoi propositi: Laura Vicuña, Zefirino Namuncurà, Giuseppe Kowalski, Alberto Marvelli, Giuseppe Quadrio e Ottavio Ortiz Arrieta.

Merita infine di essere ricordato il ruolo di Domenico nella fondazione della Compagnia dell’Immacolata, vivaio della futura Congregazione salesiana, e va evidenziato il rapporto di amicizia con Giovanni Massaglia, del quale Don Bosco affermò: “Se volessi scrivere i bei tratti di virtù del giovane Massaglia, dovrei ripetere in gran parte le cose dette del Savio, di cui fu fedele seguace finché visse”. Amicizie spirituali espressione di una santità condivisa e gioiosa nel servire Dio e il prossimo.

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