Sudafrica – I Salesiani coltivano la speranza. Attraverso progetti concreti

26 Luglio 2017

(ANS – Città del Capo) – L’irlandese don Patrick Naughton da oltre 30 anni serve come missionario i giovani del Sudafrica. Attualmente è Economo della casa di Città del Capo, di cui in passato è stato anche Direttore. Non ha mai smesso di occuparsi dei bambini vulnerabili e dei giovani a rischio del paese cui ha dedicato la vita, sempre pronto a bussare a tutte le porte per chiedere un aiuto per i suoi ragazzi.

I programmi scolastici gestiti dai Figli di Don Bosco in quella realtà vanno da una formazione di base per i giovani con poco o nessun livello di istruzione a programmi di competenza più specifici orientati all’ingresso nel mondo del lavoro. Tutti i programmi cercano di ristabilire la dignità e l’autostima e di fornire le abilità concrete secondo il talento di ciascun ragazzo o giovane. In Sudafrica, infatti, i bambini di strada e i giovani a rischio affrontano un’ampia varietà di problemi, il più grande dei quali è l’accesso all’istruzione, all’occupazione e alle competenze sociali di base.

In questo paese che si è lasciato ormai da tempo alle spalle un passato fatto di segregazione razziale e violenza, i problemi socio-economici sono ancora molto forti. Purtroppo una larga fetta della popolazione continua a non godere di alcun tipo di diritto: all’istruzione, alla casa, alle cure sanitarie. I Salesiani, presenti nel paese dal 1896, sono capofila nella lotta contro la povertà e la loro prima attenzione va ai bambini di strada e tutti i ragazzi in stato di vulnerabilità sociale.

Nel “Centro della Speranza” di Città del Capo, luogo deputato all’accoglienza dei giovani abbandonati e istituto tecnico-professionale, c’è l’unica scuola per bambini di strada riconosciuta in tutto il Sudafrica. Ogni giorno, al centro, dai 40 ai 90 bambini e ragazzi frequentano le lezioni. Il numero oscilla tanto perché gli alunni si presentano quando ne hanno voglia. Il motto di don Naughton e degli altri Salesiani del centro è: “Tutti possono cambiare”.

“Fare lezione a questi bambini è estremamente difficoltoso – racconta don Naughton –. Non riescono a restare concentrati per più di un quarto d’ora”. Le classi sono costituite al massimo da dieci alunni. Il livello non può essere lontanamente paragonato a quello dei ragazzi di altre scuole. “Ciononostante, qui tutti possono cambiare” ribadisce il salesiano.

Presso il centro è attivo anche il programma “Learn to Live” (Imparare a Vivere), pensato per chi ha avuto un percorso scolastico travagliato. È un programma che lavora sull’aspetto didattico e fornisce ai ragazzi gli strumenti per portare a termine il proprio ciclo di studi, completandolo con la formazione professionale e proponendo quel supporto psicologico indispensabile per quegli adolescenti e giovani che hanno avuto una vita tormentata e priva di punti di riferimento.

Il programma “Learn to Live” provvede a tutte le necessità dei ragazzi: dal cibo alle cure mediche, dalle spese scolastiche alle attività ludico-sportive e al supporto emotivo, che i Salesiani assicurano per aiutare i minori a riappropriarsi di autostima e serenità. E a coltivare un futuro di speranza.

Ulteriori informazioni sono disponibili sul sito: “Missioni Don Bosco”.

InfoANS

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