Sudan del Sud – “Gesù non vuole da me cose che non possa dargli”

08 Agosto 2017

(ANS – Wau) – “Ho capito che ci sono cose che non possiamo capire solo con l’intelligenza o con il buon senso. Solo la fede ci può illuminare. Solo l’amore può essere la risposta”. Così parla della vita missionaria il chierico salesiano Chihiro Morito, il primo missionario salesiano giapponese in Africa, attualmente in servizio presso la comunità salesiana di Wau, nel Sudan del Sud.

Come ti hanno formato i 3 anni trascorsi presso il postnoviziato internazionale di Moshi, in Tanzania?

Si può dire con certezza che hanno permesso di crescere e rafforzarmi in varie componenti: umane, intellettuali, spirituali e pastorali. Nella comunità di Moshi eravamo oltre 60 Salesiani, per cui nella vita quotidiana erano necessarie una grande cura fraterna e una forte collaborazione.

Non tutto è stato facile come pensavo: un giorno ero felicissimo per qualche buon risultato accademico, il giorno dopo magari ero abbattuto o deluso o arrabbiato nel vedere comportamenti che non riuscivo a condividere.

Tuttavia ho capito che Gesù non vuole da me cose che non possa dargli; mi dice solamente: “Vieni con me così come sei, per quanto povero e mal attrezzato, portami quello che hai. Per quanto sia poco, lo userò”.

Uno dei tuoi compagni di noviziato, il chierico Abuto, farà un percorso quasi opposto al tuo: dal Kenya andrà missionario ad gentes in Giappone. Come ti senti?

Sono entusiasta della notizia. In Giappone potrà incontrare persone dedite al denaro, al profitto, alla carriera, al piacere e al potere… Vorrei che fosse compassionevole anche con loro, condividendone le sofferenze. Secondo me, il Giappone ha bisogno più che mai dell’amore misericordioso di Cristo. Molte persone si sentono vuote, il divario tra i ricchi e poveri cresce sempre più e 20.000 persone ogni anno si suicidano. Se Abuto sarà disposto a mettersi nelle mani del Signore potrà portare amore, pace e gioia nei cuori della gente, specialmente dei più piccoli.

Vuoi mandare un messaggio ai ragazzi del Movimento Giovanile Salesiano o agli aspiranti salesiani del Giappone?

Li ammiro, innanzitutto. Quand’ero studente in Giappone non pensavo alla religione o a dedicarmi agli altri, mi sentivo teso a cercare unicamente il successo. Invece loro hanno già percepito il grande mistero della vocazione cristiana. Mi auguro che, attraverso l’intercessione di Maria Ausiliatrice e di Don Bosco, possiamo essere tutti più vicini a Gesù in mezzo ai bisognosi che incontriamo quotidianamente.

InfoANS

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