Italia – L’Istituto Agnelli festeggia 80 anni. Ecco la sua storia
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10 Ottobre 2017

(ANS – Torino) – Il 3 luglio 1938, nei pressi degli stabilimenti della FIAT di Mirafiori, fu posta la prima pietra dell’“Istituto Internazionale Edoardo Agnelli”, dedicato alla memoria del figlio del fondatore della FIAT - il Senatore Giovanni Agnelli - morto in un incidente aereo nel 1935. Oggi, mentre la comunità si appresta a celebrare l’80° anniversario d’esistenza, la presenza salesiana nel cuore del quartiere industriale di Torino continua a pulsare in quell’Istituto, cresciuto nella dimensione strutturale quanto nell’offerta formativa.

Dopo la morte improvvisa del giovane Edoardo, il padre Giovanni pensò di creare una istituzione popolare intitolata al figlio scomparso, per perpetuarne la memoria. Confrontandosi con i Salesiani, dopo diversi ragionamenti – che videro anche l’ipotesi di creare una Scuola Agricola – si decise di avviare un Istituto Meccanico di carattere internazionale, dove sarebbero stati formati i giovani, sia in vista di un loro possibile impiego nelle officine della FIAT, sia per diffondere nelle varie regioni d’Italia, e anche oltre, una formazione professionale di alto livello.

Il progetto fu affidato all’arch. Giulio Vallotti, Coadiutore Salesiano, già noto per avere curato la realizzazione di importanti opere architettoniche: il Santuario della Madonna di Lourdes al Selvaggio di Giaveno, il Santuario di Santa Rita a Torino, e l’ampliamento della Basilica di Maria Ausiliatrice a Valdocco.

Con uno sguardo al futuro e con grande ampiezza di vedute, su di un’area di 40.000 mq. dovevano sorgere:

- prospiciente via Paolo Sarpi un edificio di tre piani da destinare ad oratorio, circondato da una chiesa e un salone-teatro;

- sull’allora Corso Stupinigi (ora Corso Unione Sovietica), un altro grande edificio con seminterrato e tre piani esterni per aule scolastiche (l’ultimo piano doveva essere adibito ad abitazione dei salesiani);

- sull’angolo di Corso Stupinigi con l’attuale corso Cosenza, la facciata di una grande chiesa-santuario con i caratteristici due campanili;

- sul secondo, la fiancata della chiesa, continuata da un edificio anche a tre piani per ambienti da destinarsi alle opere di carattere pastorale e, nella evenienza delle circostanze, parrocchiale.

Le officine di addestramento dovevano occupare invece parte dell’area in continuazione all’edificio dell’oratorio su via Paolo Sarpi. Tra un edificio e l’altro dovevano stendersi ampi cortili.

Si diede inizio ai lavori il giorno 3 luglio 1938. Con il Rettor Maggiore, don Pietro Ricaldone, c’erano tutti i superiori del Capitolo e l’arcivescovo di Cuyabà, in Mato Grosso, Brasile, il salesiano mons. Francesco de Equino Correa. Più volte interrotto dagli applausi, il Rettor Maggiore rievocò la cara figura dell’avvocato Edoardo Agnelli e sottolineò la generosità del Senatore Giovanni. L’Economo Generale, don Fedele Giraudi diede lettura della pergamena, che tutte le autorità passarono a firmare.

Ad ottobre del 1940 si era quasi alle finiture dell’attuale parte occupata dall’oratorio con la chiesa e il teatro. Nel frattempo si formava la prima comunità salesiana, guidata dal primo direttore, don Pellegrino Giovanni. Con molta semplicità i Salesiani si sistemarono in una vecchia casetta, in precedenza nota come “Trattoria del Gallo” che si trovava sulla Strada Comunale da Grugliasco a Moncalieri, e che in diverse occasioni lo stesso Don Bosco aveva visitato quando andava dai giovani alla “Generala” e quando si recava a Stupinigi.

A lavori ultimati si pensò all’inaugurazione. Nel pomeriggio del 19 aprile 1941, il card. Maurilio Fossati, allora arcivescovo di Torino, alla presenza del senatore Agnelli e dei nipoti, benediceva la nuova chiesa. Successivamente venne donato dalla famiglia Agnelli, per opera dello scultore Rubino, l’imponente scultura in marmo, raffigurante Don Bosco e la sua vita.

Articoli tratti da “L’opera di Don Bosco a Torino-Mirafiori” di don Oddone Pelli.

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