Senegal – Alternative concrete di sviluppo per poter dire: Stop Tratta!

14 Novembre 2017

(ANS – Tambacounda) – “Sembrerebbe che il Senegal finisca a Kaolack, ultimo avamposto di apparente dinamicità sulla Rue Nationale 1, direzione Mali. E invece, purtroppo o per fortuna, Tambacounda è tutt’altro che statica e ferma. Da Tambocounda, infatti, passano e partono tanti giovani, senegalesi e non solo, per raggiungere il paese limitrofo e proseguire il loro viaggio della speranza verso l’Europa e il tanto agognato benessere” spiega Matteo Mancini, stagista cooperante del Volontariato Internazionale per lo Sviluppo (VIS), nell’ambito del progetto realizzato insieme a Missioni Don Bosco “Stop Tratta”.

A Tambacounda, cittadina di 80.000 anime, non sembrano esserci grandi opportunità e prospettive, soprattutto per i giovani, che rappresentano la grande maggioranza della popolazione senegalese e il principale punto di riferimento per le proprie famiglie.

A fronte di tale realtà il VIS ha dato vita al progetto “Azione di contrasto alla migrazione irregolare attraverso il sostegno allo sviluppo locale nella Regione di Tambacounda”: l’intenzione semplicemente è creare le condizioni perché tali opportunità e prospettive possano concretizzarsi e i giovani possano scegliere di restare e realizzarsi nel loro paese d’origine, senza dover essere obbligati dalle circostanze ad intraprendere un viaggio pericoloso, di cui spesso non si conoscono i rischi reali.

Per realizzare tale progetto sono stati coinvolti numerosi attori locali in grado di offrire percorsi formativi adeguati e pertinenti al contesto, adottando una logica per la quale formazione e lo sviluppo di competenze possono essere viatici di opportunità più ampie, per il singolo e le comunità.

“Temperature elevate e strade dissestate a parte, è stato veramente importante per me, giovane collaboratore VIS alle prime armi, poter vedere, parlare e conoscere luoghi e persone, poterne cogliere i problemi, le difficoltà e i bisogni – ha raccontato il giovane cooperante –. Un episodio, in particolare, tra le diverse testimonianze raccolte mi ha colpito: si tratta della scelta di un ragazzo di Koar, piccolo villaggio letteralmente sperso nel nulla, emigrato irregolarmente qualche tempo fa e arrivato in Italia. Saputo del progetto di imprenditoria agricola promosso dal VIS nel suo villaggio, che ha unito trenta giovani, ha scelto di rientrare per unirsi all’iniziativa, convinto del fatto che sia un’alternativa credibile alla clandestinità!”.

InfoANS

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