Madagascar – Don De Santis, 33 anni in missione: “Ora questo popolo e questa cultura stanno diventando mio patrimonio culturale e spirituale”

11 Dicembre 2017

(ANS – Ivato) – “In tutti i lavori che ho fatto ho cercato di spendermi per il bene di questi ragazzi poveri e della gente del posto dove mi trovavo. (…) Mi stupisco ancora oggi, parlando con i ragazzi, nello scoprire i loro modi di vedere le cose, di ragionare, di intendere le relazioni familiari. Ma sono sempre più convinto che il Vangelo di Gesù e il Carisma di Don Bosco sono anche per loro”. Oltre trent’anni di missione non hanno intaccato l’entusiasmo missionario di don Erminio De Santis, salesiano italiano, discepolo di Don Bosco tra i bambini e i ragazzi del Madagascar.

Don De Santis è originario della provincia di Rieti, più precisamente di Borgo Velino, dove è nato il 9 novembre del 1950. Da quest’anno è più il tempo che trascorso in Madagascar che quello vissuto nel suo paese d’origine. “Nel 1983 ho lasciato Roma, dove ero felice responsabile dell’oratorio di S. Maria Ausiliatrice al Tuscolano, l’Opera salesiana del Pio XI – racconta –. Ho accettato con entusiasmo la proposta di don Mario Prina e arrivato a Clairvaux mi sono dato subito da fare per aiutare i ragazzi poveri, orfani e abbandonati”.

“In questi 33 anni in missione non ho perso la gioia di lavorare come missionario né la speranza di veder fiorire la Congregazione, nonostante le difficoltà di ogni tipo che ho incontrato nel cammino” afferma.

Non è stato facile lavorare in un paese che fa fatica a uscire da una grave povertà e costruirsi uno stato di diritto. Ma don De Santis ha potuto contare sull’aiuto della popolazione locale, che ha sempre ritenuto i Salesiani “amici, benefattori dei loro figli, sacerdoti dediti al servizio ecclesiale, promotori di iniziative di sviluppo e di accompagnamento della gente delle missioni a noi affidate. Ora questo popolo e questa cultura stanno diventando mio patrimonio culturale e spirituale”.

Da 14 anni lavora presso il centro salesiano di Clairvaux – che è anche il primo centro dove giunse nel 1983 – e lì ha svolto il ruolo di Economo e si è prodigato nell’accompagnamento diretto dei ragazzi, in qualità di responsabile del convitto per 150 giovani e di Direttore.

“Ma ho girato in lungo e in largo il Madagascar!” tiene a precisare. “Sono stato chiamato a ricoprire l’incarico di Economo ispettoriale, poi quello di Direttore-Economo-Responsabile del Centro di Formazione professionale di Mahajanga, nel Nord del Paese, poi quello di Ispettore a Ivato, poi ancora a Betafo, dove ho sperimentato più continuativamente il lavoro della brousse, ovvero aver cura dei fedeli delle chiese di campagna e montagna del nostro grande distretto missionario… E poi il lavoro con gli aspiranti e con i 1.000 ragazzi della scuola media e del liceo”.

Fino a ritornare al punto di partenza a Clairvaux, cioè “a casa”, come dichiara.

Con la sua storia don De Santis testimonia che la vita missionaria nelle sue prima fasi non è semplice; ma se si riesce a resistere alle prime difficoltà i frutti possono essere numerosi. Ecco le sue parole: “Inizialmente non è stato facile, per lo shock provocato dal salto culturale e sociale all’arrivo in un mondo tutto diverso e per me completamente sconosciuto, anzi impensabile! (…) Ma la Congregazione Salesiana ha un bell’avvenire qui, dove i ragazzi e i giovani più bisognosi non sono da andare a scovare, perché ci vengono incontro loro con determinazione e con grande e sincera speranza”.

Ulteriori informazioni sono disponibili sul sito di “Missioni Don Bosco”.

InfoANS

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