Brasile – Cullare i sogni dei bambini indios

30 Marzo 2018

(ANS - Iauaretê) – Perdita dei valori indigeni tradizionali, alcolismo, degrado. I danni del colonialismo, amplificati dalla globalizzazione, continuano a mettere in serio pericolo migliaia di etnie in Sudamerica. Questo è il contesto in cui crescono molti bambini a Iauaretê, nel cuore della foresta amazzonica brasiliana, un distretto sperduto in cui abitano 35 comunità composte da 16 diverse etnie, in cui il contrabbando di alcol e il traffico di stupefacenti vanno a peggiorare uno scenario sociale già fortemente compromesso.

Qui il missionario salesiano italiano don Roberto Cappelletti cerca di tutelare, con l’aiuto saltuario di alcuni volontari italiani e in collaborazione con alcune Figlie di Maria Ausiliatrice, l’infanzia di molti bambini. Sono i figli di madri minorenni, cacciate dai genitori alla scoperta della gravidanza. Relegate ai margini della società, si trovano costrette a ricoprire il ruolo genitoriale senza averne gli strumenti, sole e senza l’aiuto delle famiglie di origine.

Abbandono e solitudine rappresentano il panorama quotidiano dei bimbi di cui il missionario salesiano si prende cura, attraverso la somministrazione di pasti caldi, l’aiuto nello studio, momenti di gioco e di lettura, cure sanitarie e spesso anche accoglienza notturna.

I lavori di costruzione per una casa famiglia che possa ospitarli comodamente sono già partiti. Pensando a tutte le necessità di quel contesto, don Cappelletti ha progettato di dotarsi di 50 amache: nel cuore della foresta amazzonica, infatti, non si usano letti, ma amache, che fanno parte del patrimonio culturale locale e sono la soluzione più pratica per riposare.

Il semplice progetto di don Cappelletti ha incontrato la generosità di tanti. Missioni Don Bosco di Torino ha aderito alla proposta e ha chiesto di correre con la “Rete del Dono” la mezza maratona del 18 marzo promossa dalla Santander nel Parco del Valentino. 24 corridori, fra professionisti e amatoriali, hanno corso per far conoscere e per dare il loro contributo economico al progetto “50 amache per 50 piccoli indios” di don Cappelletti: tutti “fieri di correre per Don Bosco”, come ha scritto uno dei podisti alla prima collaborazione con i Salesiani.

Attualmente sono stati raccolti i fondi per 40 delle 50 amache necessarie, mentre Missioni Don Bosco continua ad incentivare i suoi benefattori a completare l’opera.

Anche con dei semplici mezzi si può contrastare il degrado sociale che tanti poveri indigeni subiscono. La tutela delle minoranze, delle etnie più isolate incomincia dalla tutela dei più piccoli.

Fonti: Rete del Dono, Missioni Don Bosco

InfoANS

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