Etiopia – I Salesiani e l’impegno a garantire l’educazione ai ragazzi di strada

19 Settembre 2018

(ANS – Addis Abeba) – In questi giorni in molti Paesi le scuole riaprono i loro cancelli per accogliere gli studenti. Ma tanti ragazzi, per vari motivi, rischiano di restare ai margini dell’educazione. I Salesiani, in collaborazione con l’ONG “Volontariato Internazionale per lo Sviluppo” (VIS), lavorano perché tutti, anche i ragazzi di strada come Workeneh Alemu e Amanuel, possano ricevere istruzione e opportunità per il loro futuro.

Workeneh Alemu proviene da una famiglia molto povera del villaggio di Tulu Bolo, a 80 km da Addis Abeba. Il padre non vive con la famiglia e la madre si arrangia come può per dare da mangiare ai figli. Così un giorno il ragazzo decide di andare ad Addis Abeba in cerca di fortuna.

“La strada è un luogo difficile e pericoloso, volevo tornare indietro, ma non mi andava di pesare su mia madre – racconta il giovane –. Ho sentito parlare del Bosco Children grazie a dei ragazzi del centro che incontravano i ragazzi di strada. L’idea mi è piaciuta molto e ho deciso di seguire la loro proposta. Ho partecipato a 16 incontri serali che mi hanno preparato al programma ‘Vieni e vedi’. Ho seguito tutto il percorso proposto dai salesiani, ero felice di aver chiuso una parentesi dura della mia vita”.

Il centro salesiano “Bosco Children” offre la possibilità di acquisire consapevolezza delle proprie possibilità e potenzialità e indirizza allo studio accademico o alla formazione tecnica, quest’ultima finalizzata all’ingresso del mondo del lavoro. Ci sono corsi di meccanica, lavorazione dei metalli, lavorazione del legno, cucina e pelletteria. Workeneh Alemu ha potuto riprendere gli studi da dove li aveva interrotti, ripartendo dal quinto anno, e adesso è iscritto alla scuola “Don Bosco” di Mekanissa, Addis Abeba.

“Sono grato innanzitutto a Dio e poi al Centro per le opportunità offertemi che mi danno la possibilità di diventare un giovane responsabile, produttivo e un buon cittadino” afferma oggi. 

La sua storia è simile a quella di Amanuel. Anche lui viveva per strada e anche lui è arrivato al “Bosco Children” grazie al passaparola degli amici. “Ho sentito parlare di una proposta, un percorso graduale per ragazzi di strada chiamato ‘Vieni e vedi’. Ho iniziato un po’ per caso. Più che pensare alla possibilità di un futuro migliore, cercavo solo un modo per superare il periodo estivo sulle strade di Addis Abeba: un tempo reso duro delle piogge, dal freddo, dalla mancanza di ripari…” ammette candidamente.

Come tutti i ragazzi avvicinati dal centro, il primo passo è stato il programma diurno. Che ad Amanuel è subito piaciuto molto. Spiega: “Dopo un momento iniziale di preghiera ci hanno fatto cambiare i vestiti e ci hanno dato un’uniforme, quindi abbiamo fatto colazione. Poi abbiamo iniziato la lezione di lingua, in cui un insegnante ci ha spiegato l’alfabeto. Durante la ricreazione abbiamo fatto tanti giochi e io ero tra i più bravi! In seguito, dopo pranzo, mentre aiutavamo a sistemare il centro, ci hanno fatto fare la doccia e indossare dei panni puliti prima di tornare in strada per la notte. Sono stato felice e mi sono sentito subito accolto e sono sempre andato al centro”.

Superati i primi tre mesi i ragazzi entrano a far parte del programma istituzionale. “Che felicità ho vissuto! Abba Berhanu e il fratello Gigi hanno dato un senso alle mie giornate!” esclama con gioia l’ex ragazzo di strada.

Il programma di orientamento ha aiutato Amanuel a scoprire i suoi talenti. Ha ricominciato dalla quinta classe, che aveva abbandonato per vivere in strada, e dopo un anno di grandi sforzi, ce l’ha fatta. Quest’anno inizierà un corso di meccanica.

“Nel mio soggiorno a ‘Bosco Children’ – conclude – non mi sono mai sentito solo, ma sempre accompagnato, in famiglia e tra amici. Grazie al Centro io credo nel futuro e sto camminando per realizzarlo”.

Fonte: VIS

InfoANS

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