Etiopia – Inaugurazione dei nuovi laboratori del “Don Bosco Children”

30 Novembre 2018

(ANS – Addis Abeba) – Mercoledì scorso, 28 novembre, sono stati ufficialmente inaugurati i nuovi laboratori del progetto “Don Bosco Children”, presso il centro salesiano di Mekanissa, ad Addis Abeba. Con la realizzazione di queste nuove strutture si ampliano ulteriormente le opportunità di formazione e di impiego per i “ragazzi di Don Bosco” in Etiopia.

La costruzione di questi nuovi laboratori è stata concordata con le aziende partner del progetto, tutte attive nel settore automotive: “CNH Industrial Italy”, “CNHI International”, “New Holland” e “Moenco”.

Alla cerimonia di inaugurazione hanno preso parte mons. Luigi Bianco, Nunzio Apostolico in Etiopia; Daniela Ropolo, Responsabile del progetto di sviluppo sostenibile “CNH Industrial”; don Estifanos Gebremeskel, Superiore della Visitatoria dell’Etiopia (AET); don Angelo Regazzo, SDB; e diversi altri rappresentanti del Governo e degli enti coinvolti.

L’Istituto di Formazione Tecnico-Professionale “Don Bosco Children” di Addis Abeba è solo uno dei 63 centri promossi in tutto il mondo dalla CNH Industrial. Il laboratorio appena inaugurato servirà a fornire una formazione a breve termine per decine di allievi del centro salesiano, attraverso dei corsi sul “funzionamento e la manutenzione dei macchinari agricoli”.

Il progetto “Bosco Children” ricerca in tutti i modi il recupero sociale e lo sviluppo integrale dei bambini e adolescenti a rischio di Addis Abeba e delle aree circostanti, per favorire il loro reintegro nelle famiglie di origine e avviarli a diventare onesti cittadini. Esso viene portato avanti dai salesiani in collaborazione con diverse organizzazioni.

La formazione tecnico-professionale in realtà è solo l’ultimo stadio di un percorso molto più ampio che inizia ben prima, quando i salesiani e i loro collaboratori laici si recano nei quartieri più abbandonati della capitale etiope alla ricerca dei ragazzi di strada – che loro, per rispetto, non chiamano così, ma piuttosto “ragazzi di Don Bosco”, da cui deriva il nome del progetto: “Don Bosco Children”.

Una volta stabilito un primo contatto con questi minori, vengono loro proposti degli incontri fissi di educazione informale, nei quali sono loro offerti la colazione e un vestito pulito, ma che lasciano i ragazzi liberi di impegnarsi maggiormente o di continuare con la vita di strada.

Per quanti decidono di iniziare il cammino, e testimoniano la buona volontà abbandonando tante cattive abitudini apprese sulla strada – come l’uso di droghe o sniffare colla… –, seguono tre di formazione integrale, presso un convitto salesiano.

Nell’arco di questo tempo si cerca anche di riavvicinarli alle famiglie e, qualora questo sia possibile, si continua ad accompagnare e monitorare il progressivo reinserimento familiare.

Una significativa peculiarità del progetto è che durante gli anni di formazione tecnica i salesiani aiutano i ragazzi anche a trovare dei lavoretti extra con cui mettere da parte qualche soldo, che i minori possono depositare su un conto “bloccato”, dove cioè possono solo depositare, ma non prelevare.

Solo alla fine del percorso formativo, quando hanno ormai abbracciato completamente l’impegno per una vita responsabile, i giovani avranno la possibilità di entrare in possesso di quanto raccolto e, in quel momento, li attende una bella sorpresa: perché l’accordo è che i salesiani raddoppieranno la cifra messa da parte dei giovani – un bell’incentivo per impegnarsi a dare il massimo.

 

InfoANS

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