Argentina – Dal centro città alle “villas-miserias”. I Salesiani a Cordoba e Rosario
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31 Luglio 2019

(ANS – Cordoba) – L’Argentina, la prima meta dei missionari salesiani, è una terra grande, bella e varia. Se l’area di Buenos Aires raccoglie quasi un terzo della popolazione nazionale e numerosissime opere e segni della presenza dei Figli di Don Bosco, i semi gettati in quasi 150 anni di presenza sono fioriti in molti modi anche in altre città.

Cordoba e Rosario sono grandi poli che sfiorano i due milioni di abitanti ciascuna. Hanno un bel centro storico di impianto coloniale e poi uno sviluppo continuo di barrios che dal centro si dilatano a cerchi concentrici verso le periferie.

Nelle grandi città argentine sono evidenti tre categorie di quartieri: quelli eleganti, di chiara impronta europea, dove le case, i palazzi, le strade, i giardini sono curati, puliti, signorili.

Poi ci sono quelli popolari, in cui i palazzi sono grigi, squadrati e po’ scrostati e dove le case singole sono piccole e basse, tutte accostate una all’altra. I marciapiedi alle volte hanno i tombini senza il coperchio, l’asfalto della strada è rattoppato. Si percepisce di essere non essere più al centro, ma comunque la vita dei suoi abitanti è pur sempre dignitosa, anche se povera.

Poi, voltato l’angolo, o superata una linea ferroviaria, oppure passato un ponte, si aprono scenari apocalittici di baracche e case fatte con materiale di recupero, dove intere famiglie vivono ammassate in un’unica stanza. L’asfalto non esiste più, perché le vie non ci sono. Si cammina, tra cumuli di rifiuti, su terra battuta che diventa polverosa quando è secco e un fiume di fango quando piove. Gli allacciamenti alla corrente elettrica sono fatti con fili volanti che penzolano ovunque. I tubi dell’acqua potabile, quando ci sono, scorrono a terra bene in vista. E dalle case escono bambini, tanti bambini.

“Mi chiedo cosa possa pensare un bambino o un ragazzo che nasce e cresce in un luogo simile quando, spostandosi di solo qualche isolato, si rende conto la vita può essere vissuta anche in contesti ben diversi e... più umani! – si domanda il sig. Giampietro Pettenon, Presidente di "Missioni Don Bosco" di Torino, che di recente ha viaggiato per l’Argentina salesiana – Mi chiedo: perché loro e non io? Quale merito o premio ho per essere nato nella dolce campagna trevigiana, e quale colpa stanno espiando per dover vivere in un simile luogo?”

Evidentemente non è questione di meriti o colpe… Ma è certo che chi ha avuto di più è chiamato a condividere con chi ha di meno. Ed è per questo che i Salesiani sono presenti anche in Argentina, fra questa gente.

A Cordoba e a Rosario i salesiani hanno grandi scuole e belle chiese nel centro delle due città, perché sono opere costruite ad inizio del Novecento, quando quei posti erano periferia ed ora invece sono nei quartieri ricchi. Ma i salesiani non si sono fermati e adattati allo scorrere del tempo: man mano che le città sono cresciute hanno costruito nuove e grandi opere nei barrios di periferia con scuola dell’infanzia, scuole primaria e secondaria, parrocchia, oratorio festivo e centri di formazione professionale. Così sono le opere di “Sant’Antonio da Padova” a Cordoba e “San Domenico Savio” a Rosario.

Ed ancora non basta. Perché oggi vicino a questi enormi quartieri popolari ci sono quei barrios-villas miserias, con la gente che vive nelle baracche fatte di lamiera, mattoni e cartone. In entrambe le città i salesiani si sono fatti carico di una presenza anche fra i più poveri, avviando anche qui esperienze di animazione giovanile, brevi corsi di formazione professionale, mensa per i poveri...

Nell’opera “Sant’Antonio di Padova” a Cordoba lavora Juan Pablo, un giovane di 28 anni, responsabile del Centro di Formazione Professionale frequentato da 400 persone tra giovani e adulti disoccupati, che offre corsi gratuiti; ed è anche il Direttore dell’oratorio che durante la settimana è aperto ai ragazzi del doposcuola e nei fine settimana anima attività ricreative e per gruppi formativi.

Proprio con i ragazzi dei gruppi formativi Juan Pablo va anche nel vicino barrio-villa miseria, fra i gitani e i più poveri, per fare animazione di strada, coinvolgendo i ragazzi in quello che a loro piace: sport, giocoleria, numeri acrobatici da circo.... Sono le occasioni per un contatto, per far nascere la confidenza, che porta ad aprire il cuore e venire a conoscenza delle povertà personali, dei drammi familiari…

Come Juan Pablo, tanti salesiani in Argentina imitano Don Bosco nel ricercare le modalità per fare il primo passo ed avvicinare gli ultimi e i più sfortunati, e coinvolgere i ragazzi oratoriani in queste opera di carità.

Ulteriori informazioni su: www.missionidonbosco.org 

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