Vietnam – Don Peter Nghia, missionario salesiano: “Noi missionari non andiamo a cambiare gli altri, ma a cambiare noi stessi per testimoniare il Vangelo”

05 Agosto 2019

(ANS – Vinh Long) – Nello scorso mese di luglio, il salesiano Peter Nguyen Trong Nghia è stato ordinato sacerdote. Don Nghia, originario del Vietnam, opera già da 7 anni nell’Ispettoria dell’Africa Occidentale Anglofona (AFW) – tra Ghana, Nigeria, Sierra Leone e Liberia – avendo ricevuto il mandato missionario, nella Basilica di Maria Ausiliatrice di Torino, il 29 settembre del 2013, nell’ambito della 144a Spedizione Missionaria Salesiana.

Quali sono i doni più belli che hai ricevuto in questi 7 anni di missione in Africa?

Ho ricevuto molte grandi benedizioni e bei doni. Il primo regalo sono la felicità e la pace nel mio cuore: questo è un grande dono di Dio per me. Attraverso la felicità sono in grado di accettare le nuove culture e le diverse lingue.

Il secondo dono è che ho imparato molto dai nuovi luoghi, dai nuovi Paesi cui sono stato inviato. Noi missionari non andiamo a cambiare o rinnovare gli altri, ma andiamo a vivere e ad accettare gli altri e a cambiare noi stessi per testimoniare il Vangelo, in modo da poter mostrare l’amore di Dio alle persone, ovunque ci troviamo.

Com’è stato il tuo percorso vocazionale missionario?

Inizialmente non volevo andare in missione ad gentes e nemmeno desideravo ci andassero i miei compagni. Ma un giorno ho sentito Dio che mi chiamava: “Perché non vai in missione ad gentes?” Per oltre una settimana, questa domanda mi ha accompagnato in qualsiasi cosa facessi o dovunque mi trovassi. Avevo tanta paura e ne parlai con il Direttore dell’epoca, don Thomas Long. Mi consigliò di fare una novena a Maria per poter capire la volontà di Dio per me. Durante la novena continuavo a pregare Dio di non chiamarmi come missionario ad gentes, perché avevo paura di non saper apprendere nuove lingue e culture. Ma dopo la novena ho presentato la domanda per le missioni, perché ho creduto che Dio mi chiamasse a diventare suo missionario. Così ho detto sì a Lui e da quel momento non ho più avuto paura: nemmeno quando in Nigeria Boko Haram compiva le sue violenze o in Sierra Leone si diffondeva l’epidemia di Ebola!

I giovani africani sono tra i più dinamici del mondo. Cosa possiamo imparare da loro?

Sì, i giovani africani sono felici, sempre disposti a cambiare in meglio. Trovano la loro vita molto dura, ma sono sicuri di sé nel parlare, dinamici, coraggiosi e felici. Da loro possiamo imparare ad essere più sicuri di noi stessi e più fiduciosi in Dio, e ad essere felici in ogni situazione della vita.

Qual è il tuo sogno per questa nuova fase di vita salesiana, come novello sacerdote?

Il mio sogno è quello di essere Don Bosco per la gioventù povera, ovunque io sia mandato. Voglio essere amico dei giovani e rendermi a loro accessibile, per condividere la mia vita con loro. Voglio essere fedele all’Ufficio Divino e all’Eucaristia quotidiana, alla Confessione frequente. La felicità e la gratitudine saranno la mia opzione in tutto e ovunque.

Vuoi lasciare un messaggio ai giovani salesiani in formazione in Vietnam e negli altri Paesi della tua regione?

Il mio messaggio è molto semplice: “Siate pronti a dire sì alla chiamata di Dio e non abbiate paura. Se abbiamo fiducia in Lui, farà tutto per noi. Siate felici e ringraziate in ogni circostanza”.

Fonte: AustraLasia

InfoANS

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