Come sarà questo Sinodo?
Il Papa e la commissione pre-sinodale ci hanno presentato due tematiche principali. La prima è quella legata all’ecologia. Papa Francesco vuole far capire che i problemi dell’Amazzonia non sono confinati lì, ma riguardano tutti. La seconda questione che si andrà ad affrontare è la nostra presenza come Chiesa, le nuove strade Pastorali che dobbiamo intraprendere in quelle zone. Come Chiesa, siamo presenti in quei luoghi da 500 anni, ma abbiamo ancora tante risposte da dare.
Che aspettative ha?
Ho grandi aspettative per questo Sinodo. Sarà un’occasione per riflettere su come attualizzare il nostro lavoro missionario in queste zone. Ormai non si può più ragionare come i primi missionari che arrivarono nelle Americhe. Adesso anche la Pastorale missionaria ha un’altra dimensione e penso che noi, come pastori attuali, dobbiamo adeguarci.
Da quattro anni si trova nell’Amazzonia venezuelana. Qual è oggi la situazione in Venezuela?
La Chiesa, in Venezuela, resta l’istituzione più credibile per i cittadini, ma ci sono grandi problemi. La situazione con il governo non è facile e, sebbene si parli sempre di dialogo e di incontro, ancora non ne vediamo i frutti. In Venezuela chiediamo solo una cosa: vivere in una società tranquilla, com’era vent’anni fa.
Cosa può dire della questione dei migranti?
Ormai sono quasi 4 milioni i venezuelani che sono partiti dal loro Paese. Questo, ovviamente, ha una forte incidenza sulle famiglie, sul lavoro, sulla scuola. Noi salesiani, che lavoriamo nelle scuole, ci rendiamo conto che questa è una situazione molto difficile.
I giovani come vivono questa situazione?
Alcuni hanno perso la speranza e sono partiti. Altri non hanno voluto lasciare il proprio Paese e sono rimasti ad aspettare, perché sono convinti che il Venezuela potrà uscire da questa situazione. Per i salesiani il tema giovanile è importante e per questo siamo rimasti con loro. Abbiamo visto crescere il numero di giovani volontari, pronti a dedicarsi agli altri, e questo è semplicemente meraviglioso.
Qui, l’intervista completa a Mons. Jonny Eduardo Reyes.
