Brasile – Don Rezende Sarmento, SDB: “Dopo il Sinodo, la Chiesa in Amazzonia non sarà più la stessa”

18 Novembre 2019

(ANS – Manaus) – “Il Sinodo è dei vescovi, ma noi [indigeni] abbiamo contribuito molto a questo Sinodo”. Riguardando indietro a quell’importante assise ecclesiale, l’unico sacerdote indigeno che vi ha partecipato, il salesiano di etnia Tuyuca don Justino Rezende Sarmento, SDB, originario dell’Alto Rio Negro, con 25 anni di sacerdozio e 35 di vita religiosa salesiana, non ha dubbi nel riaffermare il contributo degli indigeni al Sinodo e nel sottolineare l’importanza che l’evento avrà sulla pastorale locale: “Dopo il Sinodo la Chiesa in Amazzonia non sarà più la stessa, sarà diversa, più presente e più impegnata, più samaritana”.

Come è stato discusso il tema dei popoli originari durante l’assemblea sinodale?

I Padri sinodali sapevano che uno dei temi più rilevanti era quello relativo alle popolazioni indigene. Papa Francesco, dopo l’incontro con le popolazioni indigene a Puerto Maldonado, in Perù, il 19 gennaio 2018, aveva stabilito che il tema principale del Sinodo sulla Panamazzonia era legato alla difesa delle popolazioni indigene e amazzoniche. Inoltre, aveva riconosciuto le popolazioni indigene come i principali interlocutori a tutti i livelli, anche con la Chiesa. Per questo motivo, Papa Francesco ha assunto una voce profetica, prendendo posizione contro tutti i progetti che minacciano la vita dei popoli amazzonici, delle popolazioni indigene e dei loro territori…

Inoltre, è stato durante il Sinodo che i vescovi della Regione Pan-amazzonica si sono incontrati per la prima volta, perché fino ad allora ogni regione aveva fatto il proprio percorso. Personalmente, mi sono reso conto che il tema delle popolazioni indigene ha permeato il lavoro dell’assemblea.

Che valutazione fa dei risultati sul tema delle popolazioni indigene nel Sinodo?

Le popolazioni indigene hanno ricevuto un’attenzione particolare al Sinodo… Credo che nel Documento finale la questione indigena compaia bene. Potrebbe essere migliore, ma è noto che il processo sinodale è costruito da più mani. Ma gli indigeni che hanno partecipato al Sinodo potranno riscrivere i propri contributi, interpretare quanto contenuto nel Documento e stabilire nuove riflessioni, secondo le loro specifiche realtà. I Padri sinodali sono stati molto attenti alle voci delle popolazioni indigene. Molti Padri sinodali hanno affermato che i rappresentanti [dei popoli indigeni] hanno fatto la differenza nel Sinodo. Ed è stato davvero così.

Si può dire che questo è stato un sinodo dei popoli indigeni?

Io dico che il Sinodo sulla Regione Pan-amazzonica è un Sinodo dei Vescovi, ma noi indigeni abbiamo fatto parte del processo sinodale fin dalla convocazione, e nel processo di preparazione e partecipazione del Sinodo. La nostra partecipazione ha dimostrato che c’è stato un tempo in cui i vescovi e i missionari in Amazzonia hanno parlato per noi. Ma da qualche decennio ormai, sia nelle società, sia nella Chiesa, noi stessi parliamo di ciò che pensiamo, delle nostre realtà, delle nostre comunità cristiane indigene, perché noi stessi siamo il popolo di Dio, siamo la Chiesa, non vogliamo essere solo destinatari dell’evangelizzazione, ma evangelizzatori.

Quali grida rimangono e quali orizzonti possiamo intravedere sul tema dei popoli originari della Chiesa amazzonica?

Le grida dei popoli indigeni e della stessa Amazzonia sono legate alle invasioni di grandi progetti estrattivi predatori, di compagnie minerarie, di monocolture, di deforestazione, di impianti idroelettrici… Il mancato rispetto dei diritti delle popolazioni indigene da parte dei governi continua a destare preoccupazione. Lo spostamento di molte persone dalle loro comunità di origine verso i grandi centri urbani sono realtà che riguardano e sfidano la presenza della Chiesa in Amazzonia. Il tema della gioventù è una sfida per tutta la Chiesa amazzonica, ma durante il Sinodo sono stati presentati diversi progetti che possono contribuire alla crescita sana dei giovani amazzonici e indigeni…

L’Intervista completa è disponibile, in portoghese, sul sito della Rete Ecclesiale Pan-amazzonica-Brasile.

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