Francia – Promuovere l’educazione informale. Quando la pedagogia salesiana si estende nel cortile
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26 Luglio 2018

(ANS - Parigi) – Gli interventi educativi per adulti trovano forma essenzialmente in appositi programmi. Eppure, ci saranno sempre spazi e momenti per il gioco spontaneo. Si sta parlando in questo caso di pedagogia informale o, come viene chiamata nelle scuole salesiane, pedagogia “da cortile”. Lo stesso Don Bosco vi era molto attento. Ma cosa caratterizza questa pedagogia?

Una disponibilità ad ascoltare e una capacità di relazionarsi

Nella famiglia, a scuola, ci sono momenti formalmente educativi: un corso, dei compiti da svolgere, un programma da rispettare... E ci sono anche altri momenti, spontanei, informali. La loro forza è che è data dal fatto che spesso e il bambino o l’adolescente che inizia la relazione. Il suo approccio di fiducia è reso possibile dalla qualità della presenza dell’adulto, genitore o insegnante, che mostra la volontà di ascoltare, e dalla capacità di intessere una relazione.

La pedagogia informale è praticata nei luoghi di passaggio

I giovani trascorrono otto ore al giorno a scuola, ma non è la classe ciò che percepiscono come spazio di vita. Lo sono, invece, una panchina, uno spicchio d’erba, un cortile… È lì che condividono il loro mondo e parlano di ciò che conta per loro. Trasmettono valori, costituiscono una cultura in perpetua evoluzione. Sono i luoghi “tra due” classi o corsi, ed esprimono uno spazio di transizione, quale è l’adolescenza.

Per gli adulti, un nuovo atteggiamento da acquisire

Alcune scuole offrono delle aule di cui i giovani possono appropriarsi, con la loro musica o i manifesti. Lì, gli insegnanti possono passare, essere interpellati. Per Annick Collet, assistente pastorale scolastica della scuola superiore “Notre Dame d’Annay” di Lille, Francia, “la sala ricreativa è luogo di pedagogia informale per eccellenza”. Per François Callu, incaricato della casa del “Lemonnier Institute”, “l’aula studenti è essenziale per aiutare i giovani a farsi coinvolgere nella loro scuola: far sì che i giovani amino il lavoro significa anche un modo intelligente di gestire il tempo libero”.

Don Bosco e la presenza dell’adulto nel cortile

Don Bosco, nella sua lettera di 1884, mostra l’importanza della presenza degli adulti nel cortile: persone che sanno animare un gioco o che conoscono un particolare giovane in profondità, adulti capaci di dire a questo o a quel giovane una parolina all’orecchio per incoraggiarlo o avvertirlo.

Ci sono molti motivi per gli insegnanti per non essere presenti tra i ragazzi nei momenti di pausa. Ma ci sono anche numerosi mezzi per vivere momenti di vicinanza: gite culturali, competizioni sportiva o la semplice presenza di quindici minuti nel cortile almeno una volta alla settimana.

Fonte: Don Bosco Aujourd’hui

InfoANS

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