Etiopia – Il centro Don Bosco di Mekanissa piange la morte di 7 suoi allievi

20 Marzo 2017

(ANS – Addis Abeba) – Tra le 115 vittime accertate della frana di rifiuti avvenuta sabato 11 marzo nella discarica di Koshe, periferia di Addis Abeba, ci sono anche 7 allievi del centro salesiano “Don Bosco” di Mekanissa, un sobborgo della Capitale. La tragedia, per la quale il Governo etiope ha dichiarato tre giorni di lutto nazionale, ha toccato direttamente tutta la comunità educativa.

Delle 7 vittime che frequentavano il centro Don Bosco, due erano bambini aiutati dal programma alimentare gestito dal salesiano coadiutore Donato Galetta; uno frequentava la scuola elementare, due la scuola media e due la scuola superiore. Inoltre, uno dei lavoratori del centro salesiano ha perso tutta la sua famiglia nella sciagura, compresi i suoi genitori e i parenti, e rimanendo completamente solo.

Venerdì 17 marzo presso il campus salesiano si è svolta una cerimonia in suffragio delle vittime del tragico incidente. L’intera comunità educativa, composta da oltre 2000 studenti, si è ordinatamente messa in fila in assoluto silenzio, portando candele e mazzi di fiori, per recare un ultimo saluto ai loro compagni deceduti.

Il centro Don Bosco di Mekanissa iniziò le sue attività circa 18 anni fa, alla periferia di Addis Abeba, proprio per andare incontro alla popolazione povera e marginalizzata delle aree di Koshe e Kore. In loro favore i Salesiani stanno lavorando per ampliare ulteriormente l’offerta e le strutture del centro, che proprio il 1° marzo scorso aveva visto l’inaugurazione di un nuovo edificio amministrativo, frutto della collaborazione con il vescovo emerito di Lugano, mons. Pier Giacomo Grampa.

La discarica di Koshe è la più grande del paese ed è stata “casa” per centinaia di persone che attorno ad essa brulicavano alla ricerca di materiali da riciclare. Era stata chiusa lo scorso anno dalle autorità cittadine, che avevano chiesto alla popolazione locale di trasferirsi presso la nuova discarica fuori Addis Abeba, ma l’opposizione degli abitanti che vivono nei pressi del nuovo sito ha costretto le autorità a ritornare sulle proprie decisioni.

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