Brasile – Un piccolo prezzo per una missione impagabile: una testimonianza da Iauaretê

18 Aprile 2019

(ANS – Iauaretê) – La Missione Salesiana Indigena di Iauaretê si trova immersa nella foresta dell’Amazzonia Brasiliana, quasi al confine con la Colombia e distante circa 1.200 km dalla sede ispettoriale di appartenenza, Manaus. Ha accolto e continua ad accogliere numerosi missionari. Oggi il direttore è un salesiano italiano originario del Triveneto, don Roberto Cappelletti, che si spende per allontanare la popolazione dall’alcol e dalla droga e per offrire un futuro di speranza ai bambini e giovani del posto.

Iauaretê ha già visto passare e lavorare salesiani provenienti dal Triveneto; è stata persino testimone della morte per affogamento, nel 1979, di don Antonio Scolaro, grande missionario, originario di Montagnana, in provincia di Padova, nonché zio di un altro salesiano, don Paolo Baldisserotto.

Don Cappelletti è arrivato a Manaus all’inizio del 2015, dopo due anni di lavoro nell’Ispettoria di Porto Alegre, nel sud del Brasile. “L’Ispettore di allora mi destinò a questa missione, sperduta nella foresta amazzonica, tra fiumi e selva fitta – racconta –. Appena ricevuta la destinazione, ho dato un’occhiata alla cartina geografica del Brasile e, a dire il vero, ci ho messo un po’ per trovare Iauaretê. Si trova nel nord-ovest del Brasile, in una zona chiamata “Cabeça do Cachorro” (Testa del Cane)”.

Dopo oltre quattro anni di servizio don Cappelletti ricopre diversi incarichi nella missione: è Direttore, vicario parrocchiale e responsabile delle attività dell’oratorio e delle visite ai 50 villaggio appartenenti alla parrocchia, sparsi lungo 4 fiumi, in un’area grande come il Veneto. “Le distanze (vi si arriva solo dopo 2 giorni e mezzo di fiume) lo stile spartano di vita, e malattie come la malaria, rappresentano il piccolo prezzo da pagare per avere l’onore di vivere tra questi popoli, 16 etnie indigene differenti, tra questa gente semplice, avendo sempre una attenzione maggiore per i più piccoli e per gli adolescenti” afferma il missionario.

Il grande problema di quella zona è l’alcolismo, che sempre più si sta ampliando, a causa dell’entrata clandestina di alcolici industriali, che pure non potrebbero entrare nella riserva indigena. E con l’alcool arrivano i trafficanti colombiani di droga, la violenza nelle famiglie, tra i giovani e nei villaggi… Tutti problemi che vanno a colpire in primo luogo i più piccoli.

Per questo, poco alla volta, i salesiani stanno realizzando una nuova casa: ci vorrà del tempo, perché i materiali possono essere trasportati solo via fiume e i lavori sono fatti manualmente, ma nel 2020 dovrebbe essere pronta. Allora potrà ospitare, oltre alla comunità salesiana e agli aspiranti, i bambini e le bambine che nei fine settimana e nei momenti di festa rimangono abbandonati per giorni nelle stradine di Iauaretê, “senza un rifugio, senza cibo e con la paura di tornare alla loro capanna e prendere le botte da uno degli adulti; e quando non sono botte, sono violenze ancora peggiori” testimonia don Cappelletti.

La Famiglia Salesiana – nella zona sono presenti anche le Figlie di Maria Ausiliatrice – è lì proprio per loro, “perché i bambini possano crescere con un’altra visione di vita, con altre prospettive, con la certezza che Gesù li ama” conclude il missionario.

Fonte: Salesiani Nord-Est

InfoANS

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