Colombia – La fantastica storia del bambino che a 6 anni lavorava in una discarica e ora studia Legge

14 Giugno 2019

(ANS – Medellin) – Racconta Juan David che a 6 anni raccoglieva la spazzatura per sostenere i suoi due fratelli più piccoli a Medellín, Colombia. Attualmente, invece, è uno studente dell’Università Autonoma Latinoamericana, dove frequenta i corsi di Giurisprudenza. Nel mezzo c’è stata l’opera salesiana “Ciudad Don Bosco” di Medellín.

Juan David è una di quelle persone (oggi sono ben 158 milioni), che sa bene cosa sia il lavoro minorile, perché lui stesso è stato sfruttato in tal modo. Quando lui aveva 6 anni, Fernando, di 3, e Maria, con appena uno, aspettavano ogni giorno il suo arrivo per poter avere qualcosa da mangiare. Aveva iniziato a mendicare, ma non riusciva comunque a racimolare abbastanza. Fu allora che decise di lavorare come “riciclatore”. “È la parola che usiamo in Colombia per definire i bambini che lavorano nelle discariche alla ricerca di carta, cartone, plastica, metalli o qualche altro oggetto che possa avere un valore economico” ha raccontato recentemente al portale COPE.

Juan David cambia tono di voce e diventa malinconico quando gli si chiede dei genitori. È il figlio del primo marito di sua madre, scomparso pochi mesi dopo la nascita, e i suoi fratelli hanno un altro padre. “Mia madre compariva raramente dentro casa, era molto trascurata”, aggiunge per spiegare come mai fosse lui a cercare per strada gli abiti per vestire i suoi fratelli. “Il problema è sorto quando si sono ammalati e noi avevamo bisogno di più soldi per comprare le medicine. Ma tutto quello che è passato ora – aggiunge con orgoglio – e io e i miei fratelli ora stiamo studiando”.

Prima che su di lui mettessero le mani le mafie della droga, dello sfruttamento sessuale o i paramilitari – esperienze capitate a molti dei suoi amici – Juan David nel 2007 ha avuto la fortuna di imbattersi in Juan Carlos Reigota, il Coordinatore del progetto “Derecho a Soñar” (Diritto di Sognare). “Fu lui a portarci a studiare a ‘Ciudad Don Bosco’, dai Salesiani. Ci hanno dato la totale libertà di rimanere o lasciare l’opera tutte le volte che volevamo ed è stata la migliore soluzione per ricostruire la nostra vita”.

James Alexander Areiza, responsabile del progetto di protezione di “Ciudad Don Bosco”, spiega: “lavoriamo da 54 anni con la popolazione più vulnerabile della città di Medellín, del dipartimento di Antioquia e di molte altre aree della Colombia. Siamo salesiani e laici impegnati che facciamo un lavoro di formazione umana, accademica e professionale”. Areiza ha anche specificato che stanno cercando di “togliere questi ragazzi dalla strada, dalla droga, dallo sfruttamento sessuale e dalla guerra. Molti sono bambini soldato e continuano ad essere minacciati da bande criminali”.

Juan David ha frequentato le scuole superiori presso “Ciudad Don Bosco” e poi ha fatto un corso di formazione in Automeccanica. Ha ottenuto un lavoro e, un anno dopo, ha deciso di riprendere gli studi e iscriversi a Giurisprudenza, “perché ho molto da dare ai bambini di strada a Medellín”.

“Recentemente – racconta Juan David – ho incontrato alcuni miei amici d’infanzia e sono rimasto sorpreso nel vedere quanti di loro abbiano problemi con la droga. Sono stati addirittura sorpresi quando mi hanno rivisto, pensavano fossi morto, come è successo a molti altri che non vedevano più… E sono stati stupiti anche quando ho spiegato loro che la mia vita era cambiata e che stavo persino studiando all’università”.

Sul suo futuro Juan David non ha dubbi: “Voglio che il mio lavoro d’ora in poi si concentri sull’aiuto a quei bambini e giovani che si trovano ad affrontare un tipo di vita da cui è molto difficile uscire”.

Che poi è quello che fa “Ciudad Don Bosco”, dove, come afferma il signor Arieza, ci si concentra sulla “promozione del ruolo delle famiglie affinché questi bambini possano continuare a studiare fino a che non abbiano l’età e conoscenze sufficienti per scegliere liberamente”.

Di Maribel Sánchez Margallo

Fonte: COPE

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