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Italia – L’impegno della Federazione SCS-CNOS - Salesiani per il Sociale

22 Giugno 2016
Foto: Rosellina Garbo (2012)

(ANS – Roma) – Don Giovanni D’Andrea, SDB, è il Presidente della “Federazione SCS-CNOS - Salesiani per il Sociale”, l’ente civile che esprime la dimensione carismatica dei Salesiani di prendersi cura dei giovani a rischio in Italia. Gli abbiamo rivolto alcune domande.

Quali sono le principali sfide e difficoltà per i giovani a rischio in Italia?

La poca stima di sé. Avvertono la sensazione di essere falliti e per far fronte a questo disagio hanno atteggiamenti anche violenti. Altri invece si rifugiano nell’uso di sostanze psicotrope, ma passato l’effetto il problema è peggiore di prima. Un’altra difficoltà è legata all’incapacità di alcuni genitori di svolgere il loro ruolo. La sfida è attivare strategie che non arrechino danni a nessuno. Nel fare questo noi ci poniamo al loro fianco, come c’insegna Don Bosco.

Quali sono le linee strategiche e i principali progetti portati avanti?

La Federazione aggrega non solo opere salesiane, ma anche organizzazioni socie, guidate da laici, che si rifanno al carisma di Don Bosco. È una ricchezza e mette in pratica la “corresponsabilità” di cui parlava il CG 24.

Lavoriamo nell’ambito dell’emarginazione, accogliendo minori in 31 “Case Famiglia” e abbiamo opere che si occupano di dipendenze. Una strategia è abilitare i giovani ad una sana cultura del lavoro. Negli ultimi anni stiamo intensificando gli sforzi nell’accogliere migranti e profughi, specie se minori non accompagnati.

La Federazione gestisce per i Salesiani anche il Servizio Civile, che quest’anno coinvolge 1200 giovani. E in tutte queste attività ha costruito una rete molto bella con realtà non salesiane, del cosiddetto “Terzo Settore”: uno scambio molto arricchente, che ci fa essere porzione di “Chiesa in uscita”.

Esempi di buone pratiche?

Il progetto “Le case di Don Bosco”, attivato a Catania, Locri, Foggia, tra le periferie urbane ed esistenziali: oltre a contrastare l’abbandono scolastico ha avviato attività di socializzazione ed educativo-pastorali. Altri progetti di successo sono quello per l’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati realizzato dall’associazione “Don Bosco 2000” a Catania, in sinergia con VIS, VIDES e le Ispettorie SDB e FMA della Sicilia; quello dell’associazione “Metacometa”, sempre in Sicilia, che sta attivando una rete di famiglie solidali per l’accoglienza e l’affido di minori stranieri ed italiani; o il centro diurno del Borgo Ragazzi Don Bosco di Roma.

Guardando al futuro?

Auspico una maggiore sinergia a livello europeo. Sono stati fatti dei passi, mi auguro se ne possano fare altri per il bene dei giovani.

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