RMG – I Salesiani nella complessa realtà dell’Europa (Seconda Parte)

01 Febbraio 2017

(ANS – Roma) – “L’Europa è terra di contrasti. Lo si nota subito quando s’incontrano giovani di diversi paesi. Solo nella mia regione i Salesiani parlano 27 lingue diverse! Ma, parlando delle lingue, non dimentichiamo che la lingua più importante è quella del… nostro cuore”. Pubblichiamo oggi la seconda e ultima parte dell’intervista al Consigliere della regione dell’Europa Centro e Nord, don Tadeusz Rozmus.

Come realizzare dei cammini unitari per i Salesiani della regione?

La diversità della regione fa vedere la ricchezza del carisma salesiano: i Salesiani furono all’avanguardia nell’inculturazione in Europa, così il nostro carisma si è inculturato molto bene dappertutto ed oggi è multiculturale.

Per questo come Salesiani siamo chiamati oggi a costruire non muri che dividono, ma ponti che uniscono. Ponti tra persone, nazioni, lingue, culture, religioni, confessioni, generazioni, sistemi politici… È un aspetto molto importante per non disperdere questo grande patrimonio della diversità.

Ed è un processo che inizia da noi stessi. Non a caso l’ultimo Capitolo Generale ha rivolto un forte invito alla conversione della nostra mentalità. Quest’invito lo ritengo profetico, anche se non facile, perché esiste un nemico che si chiama individualismo.

Però oggi tutti hanno bisogno degli altri, anche noi Salesiani. In questa direzione vanno gli sforzi attuali che sottolineano l’importanza non solo della Congregazione, ma di tutta la Famiglia Salesiana. La nostra conversione sta diventando quindi sempre più importante e si manifesta non solo nel cambiamento dei modi di pensare, ma anche in diverse forme concrete: il ridimensionamento delle presenze salesiane, il loro adattamento alle sfide attuali, lo studio delle situazioni dei giovani e delle lingue, l’uscire verso i giovani… Dobbiamo essere profeti non nel difendere le nostre nostalgie e strutture, ma nel progettare il futuro essendo grandi sognatori e grandi realisti.

Ciò che conta oggi in Europa non sono tanto le strutture, le statistiche, le grandi opere, ma la qualità dello stesso cuore di Don Bosco offerto ai giovani: dobbiamo dare loro il carisma salesiano in una forma bella, attraente, vivace, invitandoli a far parte della nostra Famiglia. Sono sicuro che se i Salesiani e la Famiglia Salesiana si concentreranno su questo e offriranno con qualità ai giovani il cuore di Don Bosco, ci sarà per l’Europa un bel futuro. Forse migliore di quello attuale.

InfoANS

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