Francia – I convitti salesiani, una scuola di vita

07 Aprile 2017

(ANS – Lione) – La vita in comune è ovviamente una sfida per la rete di convitti delle scuole salesiane della Francia; gli educatori devono dare prova di creatività e impegno. Ma come si vive all’interno di un convitto salesiano? Ecco le testimonianze di alcuni educatori.

Alla Fondazione Don Bosco di Nizza, Bernard Chastang racconta la sua esperienza più bella: “è stata quando ho visto come i giovani allievi falegnami ascoltavano il concerto dei loro compagni violoncellisti, anch’essi ospiti dello stesso convitto”. Un aspetto sottolineato anche dall’insegnante del Liceo Pressin, Sylvie Ducatel: “una delle peculiarità è che non vi è alcuna barriera tra i giovani internisti che svolgono l’apprendistato e quelli della scuole superiori”.

Certo, non mancano le difficoltà: “per vivere veramente in comunità, dobbiamo costringerli a lasciare le loro stanze, ad abbandonare tablet e smartphone aggiunge il prof. Chastang. Infatti, come conferma sr Virginie Mérel, responsabile del Liceo Don Bosco di Lione, il convitto salesiano mira ad insegnare ai giovani “ad avere spirito partecipativo, ad aiutarsi a vicenda, ad incontrare gli altri… E ci concentriamo nell’attenzione ai più fragili o a coloro che lottano per integrarsi”.

Nel campus di Pouillé, nei pressi di Angers, si lavora molto sulla responsabilizzazione dei ragazzi, che ad esempio in occasione delle feste curano le riprese, “ricevendo in mano apparecchiature audio-video non di poco conto”, come spiega il responsabile del centro Jean-François Poto Dussine. Inoltre i ragazzi partecipano alle varie commissioni (accoglienza, gestione, tutoraggio…), nelle quali “l’adulto è lì solo per orientarli, non per fare il lavoro al posto loro”.

La presenza degli educatori resta fondamentale. “È importante per i giovani sapere che c’è un adulto che s’interessa a loro e investe in quello che fanno”, spiega Jean-Jacques Kagan, del Liceo di Ressins; mentre Pascal Dumas sottolinea l’importanza dei piccoli gesti: “avere un piccolo riguardo per ciascuno, augurare buona giornata, ricordare al mattino di lasciare le stanze in ordine e alla sera trascorrere un po’ di tempo con i ragazzi, interessarsi alle loro passioni… Sono cose che richiedono qualche minuto, ma creano un bel clima di rispetto e fanno evitare tante sciocchezze”.

La presenza degli educatori, inoltre, ha anche un valore pastorale: al Liceo Don Bosco, ad esempio, le ragazze considerano le suore come delle “nonne”, alla sera vanno e vengono tra il convitto e la casa della comunità e apprezzano il tempo che trascorrono insieme.

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