Stampa questa pagina

Repubblica Democratica del Congo – Un missionario a tutto tondo: don Mario Pérez

31 Ottobre 2017

(ANS – Mbuji Mayi) – “Essere missionario è parte della vita di ogni cristiano: non si può nascondere la luce che Dio ha acceso in noi”. A parlare in questo modo, alla luce dei suoi oltre 35 anni di missione, è don Mario Pérez, Salesiano venezuelano, attualmente impegnato a servire i bambini e ragazzi accusati di stregoneria a Mbuji Mayi, una città con grandi e gravi problemi sociali, nella Repubblica Democratica del Congo.

“A Mbuji Mayi – racconta il Salesiano – mi occupo della violazione dei diritti dei bambini, in particolare del fenomeno dei bambini stregoni. Si tratta di bambini di età compresa tra gli 8 ed i 14 anni. Orfani, disabili, albini, ma non solo… Vengono accusati di stregoneria, molto spesso dai loro genitori e, costretti ad abbandonare le proprie case, si ritrovano a vivere per strada. Secondo la credenza popolare questi bambini lancerebbero maledizioni, sono incolpati infatti di provocare malessere generale, povertà, disoccupazione…”

La verità, però, è che “oggi per molte famiglie l’ossessione per la magia nera è soltanto un pretesto per sfamare meno bocche”.

Prima di Mbuji Mayi don Perez ha servito anche in altri luoghi: dapprima sulla frontiera Colombia-Venezuela, luogo di passaggio per moltissimi sfollati; quindi, dopo gli studi a Torino, a Lubumbashi “dove ho lavorato con i ragazzi di strada”. “Nel 1997 – prosegue – sono stato mandato in Burundi e successivamente sono diventato direttore del Centro Don Bosco di Goma–Ngangi, dove son rimasto per 13 anni, durante i quali, nel 2009, l’Unicef ha conferito al centro il premio internazionale ‘Prima i bambini’: un modo per far sentire la voce di tanti bambini che soffrivano”.

In quegli anni, la comunità salesiana insieme alla collaborazione di alcuni volontari italiani e congolesi, ha cercato di dare una risposta immediata ai bisogni essenziali di uomini, donne e bambini che avevano perso tutto durante la guerra. “Il nostro centro durante la guerra e in situazioni di miseria estrema e forte disagio sociale ha accolto, educato, nutrito e curato circa 40.000 ragazzi” continua don Pérez.

Nell’aprile del 2010, subito dopo il terribile terremoto, don Pérez è stato inviato ad Haiti. Il suo servizio è consistito nel portare aiuto, ma anche nel favorire una mentalità di impegno: “Ho portato la speranza a molti sfollati che popolavano i campo profughi di Thorland, a Carrefour. Ho coinvolto le persone nella gestione del campo, tutti dovevano rendersi utili per il bene del prossimo, nonostante la situazione fosse molto complicata”.

Dopo tanti anni di servizio, in luoghi e con esperienze diverse, don Pérez ritrova nelle sue origini la propria radice missionaria, e guarda alla missione con lo sguardo ampio della Congregazione. “Sono nato in una famiglia missionaria e cattolica, aperta ai bisogni degli altri – afferma –. E come Salesiano, mi concentro sulla dimensione mondiale e missionaria che rappresenta la mia Congregazione, presto grande attenzione alla promozione dei Diritti Umani e alla prevenzione di rischi di ogni genere (sociali, di emarginazione, catastrofi, protezione dell’ambiente, epidemie), lavoro sull’educazione, sull’istruzione e sullo sviluppo, perché possiamo vivere in una società solidale, alla luce del Vangelo”.

Ulteriori informazioni sono disponibili sul sito di “Missioni Don Bosco”.

Articoli correlati (da tag)

Questo sito utilizza cookie anche di terze parti, per migliorare l'esperienza utente e per motivi statistici. Scorrendo questa pagina o cliccando in qualunque suo elemento, acconsenti all'uso dei cookie. Per saperne di più o negare il consenso clicca il tasto "Ulteriori informazioni".