Spagna – Il Rettor Maggiore: “Che ogni opera salesiana sia un Valdocco oggi, una scuola di vita e di santità”

29 Gennaio 2019

(ANS – Madrid) – In vista della festa di Don Bosco e a margine della GMG di Panama2019, con le belle parole del Papa sul Santo dei Giovani e la grande festa dei giovani degli ambienti salesiani nel “Valdocco d’America”, la Procura Missionaria Salesiana di Madrid - “Misiones Salesianas” - ha intervistato Don Ángel Fernández Artime, Rettor Maggiore dei Salesiani e X Successore di Don Bosco.

di Alberto Lopez Herrero

di Misiones Salesianas

Il Rettor Maggiore trascorre sette mesi l’anno fuori Roma, visitando alcune delle circa 2.000 presenze salesiane in 136 Paesi. Attualmente i Salesiani nel mondo sono circa 14.500, ma la Famiglia Salesiana è ancora e molto più ampia e quest’anno Don Á.F. Artime, mentre si appresta a completare cinque anni alla guida della Congregazione, supererà i 100 Paesi visitati. “Vado ad incontrare tutte le presenze salesiane nel nome di Don Bosco ed è bello sentire come mi attendono, come se aspettassero lui, per far sentire che il suo carisma è ancora vivo oggi in tutto il mondo”. 

Cosa distingue ancora i salesiani oltre un secolo e mezzo dopo che Don Bosco fondò la Congregazione?

Non siamo una ONG, siamo una comunità di uomini uniti da una vocazione, religiosi consacrati che si sono innamorati di Gesù vedendo in Don Bosco un grande uomo che portava nel suo cuore una impressionante passione educativa per i giovani, al punto da dire a se stesso ogni giorno: “la mia vita per loro”. Questo è ciò che più ci tocca e distingue come salesiani. La nostra vita, per scelta personale, non ci appartiene più: non la voglio per me, voglio che sia donata dove c’è bisogno di me, oggi qui, un domani come missionario. Ci distingue la nostra passione educativa ed evangelizzatrice per i giovani.

Cosa significa essere missionario salesiano oggi?

La cosa migliore dell’essere missionario è che ci si sente pieni di affetto, di volti, di incontri di vita. Tutta la fatica, il caldo, le ore in macchina, il freddo, non ti appesantiscono. Abbiamo un cuore pieno di Dio da dare agli altri, anche in quei tempi in cui la stanchezza è forte. Ma noi salesiani non siamo eroi, siamo persone affascinate da Gesù, innamorati di Don Bosco, doniamo la nostra vita per i giovani e vogliamo consumare la nostra vita donandoci a loro. I salesiani di oggi credono nei giovani perché un giovane non è mai un problema, ma è sempre un’opportunità; e, come diceva Don Bosco, anche i più difficili hanno un punto accessibile nel cuore per poter cambiare.

Cosa ha Don Bosco di così magnetico da essere un santo contemporaneo e attraente per i giovani?

Don Bosco ci calamita perché era un uomo che amava profondamente i giovani, i suoi ragazzi. Don Bosco che dice “mi basta che siate giovani per amarvi” è affascinante. Un salesiano che se lo ripete ogni giorno, non si scoraggia mai. Si può essere stanchi alla fine della giornata, ma non scoraggiati. Questa è l’attualità di Don Bosco: ci sono sempre stati giovani, e ci saranno sempre, e i giovani del mondo che ho incontrato sentono che Don Bosco è l’uomo che li ha sognati, e questo per me è affascinante.

“Mi basta che siate giovani per amarvi”, diceva Don Bosco. I giovani hanno più che mai bisogno di amore vero?

Ho imparato molto tempo fa che il cuore di ogni giovane ha una chiave e che si apre dall’interno, così solo quando il giovane si sente amato e sicuro di sé può aprire il suo cuore per dire: ‘io sono così e ho bisogno del vostro aiuto’. Questo è il significato di “amorevolezza”, sentirsi amati in libertà, da qualcuno che ti ama, ti apprezza per quello che sei, senza altri interessi, in libertà.

Perché il Sistema Preventivo non passa di moda e rappresenta sempre un modello educativo di successo?

Il Sistema Preventivo di Don Bosco è molto più di un sistema educativo. Se fosse un metodo pedagogico semplice, avrebbe la sua attualità e un giorno il suo declino; ma il modo di educare di Don Bosco, basato sulla ragione, la religione e l’amorevolezza, è un modo di vivere esperienze che cambiano i giovani.

Si parla sempre della crisi di vocazioni religiose nel mondo. In che modo questa situazione tocca i salesiani?

Lo Spirito Santo continua a chiamare migliaia di giovani alla vita consacrata, al sacerdozio, ad essere Salesiani di Don Bosco, ma ci devono essere le giuste condizioni perché questo seme maturi. È necessario che i giovani siano accompagnati, ma i 435 novizi che abbiamo quest’anno sono un dono di Dio, anche se, certamente, se fossimo salesiani più coraggiosi, più generosi, più missionari, più appassionati di giovani e più innamorati di Dio, le vocazioni sarebbero il doppio. Siamo noi quelli che a volte non aiutiamo i piani di Dio.

Il Papa e la Strenna hanno reso di moda parlare di nuovo di santità. È facile essere santo?

Il Papa fa un coraggioso appello dicendo che santità è anche per te e per me; da parte mia, nella Strenna di quest’anno, dico per te e per te e per te… e per me. La risposta alla tua domanda è “sì”. Non parliamo della santità degli altari della Chiesa, ma di una vita cristiana vissuta in modo semplice, ma con altezza, non nascosta, non confinata, ma piena di passione per la vita, per le persone, per gli amici, il lavoro e il servizio. Che tu possa sentire che Dio tocca il tuo cuore ogni giorno e che tu possa comprendere la vita come un dono, semplicemente essendo un buon professionista.

Quale messaggio consegna alla Famiglia Salesiana quest’anno per la festa di Don Bosco?

Don Bosco ha sempre cercato due cose: preparare i giovani alla vita e avvicinarli all’incontro con Gesù. Se manca una delle due cose, non è il messaggio di Don Bosco e allora non saremo salesiani. La sfida che lancio in questa festa parte dal fatto che Don Bosco fece di Valdocco una scuola di vita e di santità. Nella casa Pinardi Don Bosco visse con sette persone che ora sono venerabili, beati o santi. Il mio desiderio, quindi, è che riusciamo a fare di ogni casa salesiana del mondo un altro Valdocco oggi, perché Valdocco non è solo quello di Torino. Ogni casa salesiana può e deve essere un Valdocco oggi, anche creando tutta una scuola di vita e di santità nello stile di Don Bosco.

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