RMG – Domenico Savio: un santo nelle mani degli educatori
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09 Marzo 2017

(ANS – Roma) – Ricorre oggi il 160° anniversario della morte di san Domenico Savio, deceduto a Mondonio il 9 marzo 1857. La sua figura è ben nota un po’ ovunque nel mondo cattolico, grazie alla vita scritta da Don Bosco nel 1859, che ha avuto numerose edizioni, ristampe e traduzioni.

di don Francesco Motto, SDB

dell’Istituto Storico Salesiano

Quasi tutto ciò che sappiamo di Domenico Savio è dovuto proprio a questo testo, scritto da Don Bosco per i suoi “carissimi” ragazzi di Valdocco, per quelli cioè che lo avevano avuto come compagno di scuola, cortile, chiesa, camerata, passeggiate.

Don Bosco, tracciandone il profilo, lo propose come modello di virtù per tutti i ragazzi dell’epoca, tant’è che ne fece lui stesso varie edizioni. Con la canonizzazione poi nella basilica di San Pietro a Roma il 12 giugno 1954 da parte di Papa Pio XII, Domenico Savio divenne modello di santità giovanile per la chiesa universale. I salesiani poi, a loro volta, ne hanno diffuso la conoscenza, anche se spesso utilizzando certe espressioni – la più famosa: “noi facciamo consistere la santità nello stare sempre allegri” – che, avulse dal contesto, hanno rischiato di non essere correttamente interpretate nel loro vero significato

Sono passati oltre sessant’anni da quella data; il mondo di oggi si è allontanato irrimediabilmente da quello dell’epoca di Don Bosco: i ragazzi del XXI secolo sono ben “altri” rispetto a quelli del bambino e collegiale Domenico Savio. Ci si può chiedere se tale “vita del giovinetto Savio Domenico” può essere semplicemente rimessa in mano ad un “ragazzo dello smartphone”, se i fatti, le parole, gli aneddoti, i dialoghi che in essa si trovano – ripetuti sic et simpliciter dagli educatori – “parlino” ancora oggi ai ragazzi di oggi.  

Probabilmente no, a meno che accanto a loro non si ponga il saggio educatore che aiuti a “capire” l’ambiente di Valdocco, “interpretare” le pagine di Don Bosco, “rileggere” le espressioni di Domenico Savio, “decodificare” i messaggi insiti… in breve ad “attualizzare” la figura del santo, a “ripresentarne” la figura secondo la sensibilità – la cultura, la teologia – attuale. Qualche tentativo è stato fatto in sede locale, ma non ancora sufficiente.

È questa la vera sfida che la memoria liturgica di Domenico Savio lancia oggi a genitori, insegnanti, educatori, sacerdoti, Salesiani. Al riguardo il prossimo Sinodo sui giovani e la fede potrebbe essere una splendida occasione. 

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