L'Approfondimento

(ANS – Roma) – È illuminante ricordare, anche se solo brevemente, alcuni dettagli del processo attraverso il quale Don Bosco è arrivato alla sua intensa devozione a Maria sotto il titolo di Ausiliatrice. Essi possono condurci a comprendere meglio la fisionomia della sua e della nostra vocazione.

(ANS – Roma) – È certamente un dato di fatto, e ne siamo molto grati, che esiste un intimo legame tra la devozione all’Ausiliatrice e la vocazione salesiana. Non è difficile dimostrarlo già in Don Bosco: all’inizio della sua vita, come nel sogno ai Becchi a 9 anni, e alla fine, come nel sogno a Barcellona, nel 1886; dalle lezioni di catechismo iniziate con Bartolomeo Garelli, al modo in cui ottenne l’approvazione delle Costituzioni della Società di San Francesco di Sales; dall’intima convinzione di Don Bosco espressa in tante occasioni, al segno esteriore delle opere meravigliose che compì. Ma le origini sono solo i primi frutti della realtà totale.

(ANS - Roma) - Si può parlare di una “originalità” della devozione salesiana all’Ausiliatrice che, nel desiderio di entrare a pieno titolo nel movimento mariano di oggi, possa portarci a sottolineare e sviluppare alcuni aspetti caratteristici che emergono come distintivi di questa devozione?

(ANS – Roma) – Perché è ancora importante diffondere la devozione alla Madonna? Alcuni educatori argentini, nel maggio del 2018, hanno risposto a questa domanda e presentato Maria Ausiliatrice e la sua rilevanza ancora oggi.

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