Colombia – “Perché credo… sono capace”: una proposta pastorale per vivere insieme in pace

28 Febbraio 2017

(ANS – Bogotà) – “In Colombia Don Bosco era noto come taumaturgo, ma con il tempo si è scoperto che è stato un grande educatore dei giovani”. Indubbiamente, dopo più di 100 anni di presenza salesiana nel paese l’offerta formativa non si è persa, ma è andata sviluppandosi in processi educativi e proposte che richiedono cambiamenti reali nella vita degli studenti. A maggior ragione quando la Colombia sta vivendo un momento di “incertezza per la pace”.

La Proposta Educativa Pastorale Salesiana per il 2017 mira a promuovere tra gli studenti il tema della pace, non come un ideale, ma come qualcosa che si può vivere ogni giorno. Per questo “la nostra istituzione – dice don Mauricio Cuadros, SDB – ha esortato i giovani a prendere coscienza di essere un terreno buono per il seme del Signore e per rendere la pace una realtà nel nostro paese”.

Questa proposta ha avuto due momenti. Inizialmente studenti, insegnanti, sacerdoti, dirigenti e personale delle varie opere hanno riflettuto sul motto “perché credo in Cristo… sono capace”. Come segno conclusivo di questo primo momento si è deciso di “stringersi la mano l’un, l’altro, per esprimere il desiderio di vivere in pace e unità”.

Un secondo momento è consistito nella consegna di una croce a ciascuno dei partecipanti, come simbolo di riconciliazione e prendendo a riferimento il verso evangelico “Vi lascio la pace, vi do la mia pace”, per mostrare quanto sia importante e rilevante che Gesù sia parte della vita degli esseri umani.

Vale la pena notare l’atteggiamento dei ragazzi che si sono appropriati di ciascuna frase, gesto o simboli, sentendosi strumenti utili per migliorare il mondo. I ragazzi si sono resi conto che sono capaci di farlo, e per questo hanno “ribadito il motto di questa proposta alzando la mano in segno di impegno a favore di questa proposta pastorale a sostegno della pace”.

Di grande importanza per i giovani e il personale è stato il “segnarsi” le mani, come atto d’impegno. “Segnarsi e colorare la mano è stato un segno di impegno per costruire una società più umana, essendo strumenti di pace” hanno spiegato i partecipanti.

“Come comunità abbiamo iniziato questa fase con la convinzione che un mondo migliore è possibile e che noi educatori possiamo aiutare i ragazzi a costruirlo” hanno concluso gli organizzatori.

InfoANS

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