Nuova Zelanda – Comunicare la Parola di Dio nella “Terra di Mezzo”

25 Aprile 2017

(ANS – Massey) – La Nuova Zelanda è la patria di molti immigrati e rifugiati provenienti da diversi paesi. Questa nazione di circa 6 milioni di persone è lieta di accogliere persone bisognose di tutto il mondo affinché essi possano chiamare tale terra “casa”. Anche le parrocchie salesiane in Nuova Zelanda lavorano a stretto contatto con migranti, rifugiati e poveri.

La parrocchia salesiana “San Paolo” a Massey, un sobborgo di Auckland, è un esempio di quella che molti nuovi arrivati chiamano “casa”. Gli immigrati, infatti, vengono seguiti e accompagnati attentamente dai Salesiani e, d’altra parte, spesso sono proprio loro a contribuire attivamente alla vita della parrocchia, andando a costituire il volto nuovo della Chiesa Cattolica in Nuova Zelanda.

Ogni Salesiano è chiamato ad essere un comunicatore della Parola di Dio verso tutte le persone, specialmente i giovani. Ogni Salesiano ha la responsabilità individuale di predicare la Buona Novella con la propria vita e le proprie azioni.

Il Delegato Ispettoriale per la Comunicazione Sociale dell’Ispettoria Australia-Pacifico (AUL), don William Matthews, da Melbourne, ha visitato la Nuova Zelanda nei giorni dal 1° all’8 aprile, condividendo la Parola di Dio con le comunità cattoliche originarie del Myanmar stabilitesi ad Auckland e a Wellington. Durante la sua visita il Salesiano ha officiato diversi servizi religiosi, visitando ogni giorno famiglie diverse e ascoltando le loro storie e necessità spirituali, personali e sociali; mentre i fedeli, da parte loro, hanno avuto la possibilità di condividere le loro realtà quotidiane.

Molti cattolici birmani sono stati molto felici di ricevere la visita di un sacerdote in grado di capire la loro lingua – don Matthews è nato e cresciuto in Myanmar – e con il quale accedere al sacramento della Riconciliazione, proprio verso la fine della stagione quaresimale e in vista della Pasqua.

Don Matthews visita normalmente la Nuova Zelanda 2-3 volte l’anno per animare le comunità cattoliche, specie quelle prevalentemente immigrate, e portare un segno dell’amore di Dio alle persone bisognose che abitano la “Terra di Mezzo”.

InfoANS

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