Sierra Leone – Minori orfani, abusati, di strada, imprigionati, costretti a prostituirsi... il lavoro dei Salesiani per loro

25 Maggio 2017

(ANS – Freetown) – Tre anni fa la Sierra Leone appariva sui media di tutto il mondo come il paese in cui le persone morivano di Ebola. “La realtà – scrisse il quotidiano spagnolo ‘El Mundo’ – è che la Sierra Leone ricade nel dimenticatoio e con un minor numero di organizzazioni che rimangono nella zona”. Mentre i media e le organizzazioni internazionali se ne sono dimenticati, i Salesiani non hanno lasciato spazio all’oblio, all’abbandono o alla disperazione. La Procura Missionaria Salesiana di Madrid e i Figli di Don Bosco continuano ad aiutare e a lavorare per dare un futuro a bambini, bambine e giovani.

di Alberto López

I membri della Procura Missionaria Salesiana di Madrid sono tornati in Sierra Leone, a due anni dalla fine di quell’epidemia di Ebola che ha lasciato migliaia di morti e molti orfani. L’obiettivo ora è comprovare che oggi più che mai un aiuto è importante e necessario, e che il lavoro dei Salesiani è più intenso proprio a causa dalla battuta d’arresto subita dal paese. È vero ciò che è stato detto: la Sierra Leone sopravvive!

È un paese dove chi arriva a 50 anni è considerato un sopravvissuto, un anziano, con poca speranza di vita. È un paese in cui una crudele guerra civile ha lasciato segni su diverse generazioni. È un paese in cui il 75% della popolazione ha meno di 25 anni.

I Salesiani non hanno perso la fede, né la speranza, tanto meno l’amore verso il loro prossimo: i giovani poveri e vulnerabili.

All’unico scopo di dare visibilità all’impegno missionario e di frontiera tra i giovani vulnerabili, si sta lavorando ad un documentario sul lavoro che i Salesiani realizzano con i bambini e le ragazze vulnerabili, quelli che sono detenuti nel carcere per adulti di Pademba Road senza che nessuno protesti o faccia alcunché per loro, e le minori vittime della prostituzione per le strade.

I Salesiani accompagnano tutti questi ragazzi e ragazze, dando loro assistenza sanitaria e la possibilità di studiare, garantendo i loro diritti e cercando di aiutarli a trovare la loro libertà.

“L’Africa ti afferra e vogliamo provare a raccontare tutto ciò che agli occhi superficiali del mondo sviluppato è povertà e miseria, ma che racchiude grandi lezioni di resilienza, speranza e umanità, pur essendo situazioni in molti casi davvero difficili”.

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