Sierra Leone – Aminata e Augusta: la notte e il giorno, la paura e la speranza, la prostituzione e una vita nuova

15 Giugno 2017

(ANS – Freetown) – Aminata e Augusta non si conoscevano. Augusta si prostituiva per poter mangiare, ma ora ha una propria attività di ristorazione e si sforza di far capire ad altre ragazze che non devono intraprendere quella strada. Aminata, invece, crede di dover essere prostituta perché sua nonna e sua madre lo erano. Augusta è grata a Don Bosco per la nuova vita che gli è stata data e Aminata è consapevole di voler uscire fuori da quel mondo e apprezza gli sforzi dei Salesiani per convincerla… ma ancora resiste.

Aminata è stata la prima ragazza che il missionario salesiano don Jorge Crisafulli ha incontrato sulla strada quando a settembre ha iniziato un programma che mira a ricercare tali ragazze sui loro luoghi di lavoro, dove sono circondate da alcool e droghe, oscurità e pericolo; l’intenzione è aiutarle, offrire loro un riparo, salute, alimentazione, educazione e, nella misura del possibile, reintegrarle nelle famiglie.

Da allora le giovani vanno e vengono presso il “Girls Shelter” (Rifugio per Ragazze) quando hanno fame o bisogno di qualcosa. Aminata è stata l’unica del suo gruppo a resistere ad abbandonare la prostituzione e ad iniziare una nuova vita.

“È una sfida per noi che lasci la strada e credo che ogni volta siamo sempre più vicini all’obiettivo. Le costa assimilare le regole e gli orari, dato che è cresciuta nella libertà della strada”, spiega don Crisafulli.

Guadagna non più di 15.000 leoni (meno di 2 euro) ad incontro, qualcosa di più se senza preservativo. “Gli uomini preferiscono così, ma molti poi non ti pagano o addirittura ti colpiscono e ti rubano tutto” riferisce Aminata.

Ha “paura a vivere per strada perché ho visto molte compagne morire malate e sono molto grata per quello che Don Bosco sta facendo per me”.

Racconta con molta naturalezza come a volte gli agenti della Polizia dopo le retate in strada la tengono in commissariato e le chiedono di avere rapporti sessuali per liberarla; o come le mafie cinesi la portino sulle loro barche… “paghiamo per questo trasporto, ma anche loro pagano molto di più, fino a 350.000 leoni (circa 40 euro), ma sono situazioni molto spiacevoli” racconta Aminata.

Eppure continua a tornare sulla strada, perché non riesce a convincersi che possa esserci un’altra vita molto migliore.

Fonte: www.misionessalesianas.org 

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