India – In gioco per la causa dei migranti

17 Agosto 2017

(ANS – Nuova Delhi) – Un recente censimento ha stimato che in India sono circa 450 milioni le persone migrate dai luoghi d’origine verso i centri urbani. I migranti non sono sempre i benvenuti e spesso devono lottare per ritagliarsi uno spazio nei nuovi contesti. Istituzioni come il “Bosco Enhancement Services for Tribals” (BEST – Servizio Salesiano per la Valorizzazione dei Tribali) si impegnano ad offrire formazione ai migranti, così da accrescere le loro possibilità professionali.

Nei mesi di luglio e agosto il BEST ha organizzato per la seconda volta un torneo di Hockey esclusivamente dedicato ai migranti. Iniziato il 2 luglio, il torneo si è concluso il 6 agosto, con la finale tra l’ “Energetic Club” e il “Milizuli”, disputata alla presenza di circa 2.000 spettatori.

“Noi adivasi (tribali) giochiamo a Hockey sin da bambini e attraverso questo torneo abbiamo la possibilità di praticare questo sport. Quando arriva il torneo non vediamo l’ora di poter giocare la domenica e allenarci sui campi da gioco” ha affermato Dileep Barla, giocatore della squadra vincitrice, il “Milizuli”, migrato dallo Stato di Jharkhand a Nuova Delhi.

Il torneo ha previsto anche una partita specifica riservata ai “veterani” – cioè ai maggiori di 40 anni – e ha coinvolto giocatori originari degli Stati di Jharkhand, Chattisgarh e Odisha, oggi residenti a Nuova Delhi.

La competizione è stata coordinata da don Nobert Xalxo, Direttore del BEST, che ha contattato diversi leader tribali affinché formassero e iscrivessero delle squadre al torneo. Durante lo svolgimento sono stati individuati anche alcuni ragazzi e giovani idonei per i programmi del BEST, che verranno ora formati e avviati al lavoro attraverso i progetti dell’istituzione salesiana.

“Il primo obiettivo del torneo è identificare i giovani da poter aiutare affinché trovino un posto di lavoro; inoltre cerchiamo di far sì che i ragazzi si conoscano e interagiscano tra loro. Lavorano tutta la settimana, così quando la domenica giocano possono rilassarsi e socializzare” ha spiegato don Xalxo.

“Ci sono due tipi di migranti. Quelli che si spostano per studiare e quelli che lo fanno per lavorare. Noi ci concentriamo su coloro che lo fanno per lavorare – tendenzialmente i più bisognosi. Li formiamo e li aiutiamo a trovare un’attività lavorativa. Dalla prima edizione del torneo abbiamo avviato al lavoro già 30 giovani” conclude il salesiano.

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