Siria – Ricordando la testimonianza di Misho e Anwar Samaan

29 Giugno 2018

(ANS – Aleppo) – Il 29 giugno la Chiesa universale celebra la Solennità dei Santi apostoli Pietro e Paolo, fratelli nella fede e nel martirio. Anche Misho e Anwar Samaan erano fratelli e anche loro sono “martiri”, in senso lato, a causa della guerra in Siria. Erano due ragazzi cristiani, animatori dell’oratorio “George e Matilde Salem” di Aleppo e vennero uccisi, insieme alla loro mamma Minerva, l’11 aprile 2015, da un razzo che cadde sulla loro abitazione. A ricordare la loro testimonianza di vita è il salesiano che li ha visti crescere, don Pier Jabloyan, SDB.

Misho Samaan era nato il 7 settembre 1998. Aveva cominciato a frequentare l’oratorio in terza elementare. Era un ragazzo sereno e amichevole, appassionato di danza e ballo, e per questo ogni volta che ce n’era occasione partecipava agli appuntamenti di festa, specialmente quando si trattava delle feste di Don Bosco. 

Quando divenne animatore, cominciò a condividere questo suo dono con i ragazzi più piccoli e insegnava loro a ballare.

Misho è cresciuto nell’oratorio, e partecipava agli eventi sportivi, specialmente ai tornei di pallacanestro, sport nel quale era aiutato anche dalla sua alta statura. La sua presenza nella squadra dell’oratorio era sempre efficace.

Era un giovane cristiano, come tanti giovani che cercano il Signore negli eventi quotidiani. Aveva tante domande in attesa di risposte, partecipava al catechismo e alle associazioni del Movimento Giovanile Salesiano nell’oratorio. 

Insieme a lui c’era suo fratello maggiore Anwar Samaan, nato il 20 luglio 1993. Anche lui può essere definito un ‘figlio dell’oratorio salesiano’ di Aleppo. Ogni venerdì partecipava al catechismo dell’oratorio ed era membro dell’associazione ‘Domenico Savio’. Era diventato animatore tra i ragazzi e con la sua semplicità e disponibilità aveva saputo conquistarsi tanti amici e giovani. 

Come animatore salesiano Anwar sapeva mantenere una presenza molto amichevole tra i ragazzi, semplice e spontanea, e per questo tutti gli volevano bene.

Ogni domenica lui e suo fratello partecipavano alla Messa dell’oratorio. E Anwar metteva volentieri in pratica i consigli di Don Bosco nell’avvicinarsi al sacramento della Confessione, un aspetto, questo, che si notava quando venivano organizzate le celebrazione penitenziali in preparazione al Natale e alla Pasqua.

Questi due fratelli non hanno potuto realizzare i loro tanti sogni, che stavano coltivando, a causa della guerra in Siria. Dei razzi hanno colpito e distrutto la loro casa, causando la morte loro e della loro mamma Minerva, l’11 aprile 2015, durante l’Ottava di Pasqua. Così, anche loro hanno partecipato alla croce del Signore, per poi partecipare alla sua Risurrezione e gloria.

Questi due fratelli volevano bene a Don Bosco e ai Salesiani, e questo era palese anche dalle immagini di Don Bosco che tenevano nei portafogli e dai quadri di Don Bosco appesi nella loro casa.

Siamo sicuri che ora stanno godendo della sua compagnia e di quella di tutti i santi alla presenza del Signore”.

 

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