Siria – Un paese che soffre...

22 Marzo 2016

(ANS – Qamishli) – La Siria è un paese che soffre da 5 anni per la guerra. Il giovane salesiano siriano Mhran Charkajian offre una testimonianza...

Migliaia di morti, di rifugiati buttati sulle strade, città desolate, una cultura d’un migliaio di anni avanti Cristo distrutta o asportata, siti archeologici persi come ad Aleppo e Palmira. Tutto ciò che è necessario per una vita normale manca: cibo, acqua, riscaldamento, elettricità, sicurezza, reti di comunicazione. La gente soffre, ogni famiglia ha perso una persona cara a causa della guerra...

Il terrorismo, uno dei grandi mali del mondo, ha colpito e distrutto il paese. E il conflitto tra le diverse fazioni causa ancor più spargimento di sangue.

Quanti giovani hanno perso qualsiasi prospettiva per il futuro e fuggono a cercare una nuova vita in sicurezza! Si imbarcano sui sentieri del mare, spesso percorsi di morte. Il loro unico modo per raggiungere l’Europa. Migliaia di giovani laureati, intere famiglie dopo aver venduto case e averi per pagare il viaggio hanno lasciato la Siria per andare in Europa. Per lavorare, studiare, vivere una vita dignitosa.

I terroristi fanno il massimo per soffrire un popolo innocente. Sono venuti dall’esterno, da Arabia Saudita, Turchia, Nord Africa… Uccidere, bombardare, è come un gioco per loro. Soprattutto ad Aleppo, Homs, Raqqa ...

Il 14 febbraio 2016 ad Aleppo i terroristi hanno bombardato una zona civile, dove la maggioranza della popolazione è cristiana. Molte persone sono morte, interi edifici sono crollati lasciando le persone sotto le macerie. Tra le vittime, un giovane responsabile scout cattolico, i cui zii sono Salesiani Cooperatori, e un ragazzo di 13 anni che conoscevo bene. E quanti altri che io non conoscevo!

Prima di allora, due animatori salesiani, Anwar e Misho, con la loro madre Minerva. Un missile ha colpito il loro palazzo causando decine di vittime. Due anni fa, morì anche un allievo della scuola, Jacques: stava aspettando il pullman dell’oratorio per andare a catechismo, quando una bomba è caduta vicino alla fermata. E insieme a lui, altri giovani.

Nella città in cui vivo, Qamishli, nel Nord-Est, vicino al confine con la Turchia, il 23 dicembre 2015 hanno fatto esplodere una bomba in un ristorante in un quartiere cristiano. 15 persone sono morte, tra cui 7 giovani trentenni della mia parrocchia, che hanno lasciato orfani e vedove.

E che può fare la gente? Fuggono, sono costretti a fuggire.

InfoANS

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