Nicaragua – “Non lasciateci morire!”: il grido di un sacerdote nicaraguense

18 Luglio 2018

(ANS – Masaya) – La popolazione del Nicaragua sta subendo la follia e l’irrazionalità di un Presidente di nome Ortega. Oggi, 18 luglio, si completano tre mesi di sofferenza. Le opere salesiane in Nicaragua soffrono insieme ai loro allievi.

A Masaya i Salesiani animano una scuola e una chiesa. Su Facebook, la scuola salesiana Don Bosco ha comunicato: “Informiamo l’intera comunità educativa che l’Istituto, la chiesa e la comunità salesiana stanno bene. Ringraziamo tutti per le vostre preghiere e le vostre espressioni di affetto e solidarietà con i Salesiani”. Tuttavia, nel quartiere di Monimbó, la situazione è terrificante.

Lo stesso don José Bosco Alfaro Salazar, SDB, Direttore dell’Istituto Don Bosco di Masaya ha confermato all’agenzia SIR: “La polizia e i paramilitari sono entrati e hanno preso la città, stanno smantellando le barricate e si sono riversati sulle strade della città. Noi stiamo bene e hanno rispettato per fortuna il nostro istituto. Molti manifestanti sono fuggiti per evitare di essere massacrati, ma altri sono stati arrestati”.

Dalla Spagna, il giornalista Angel Expósito della COPE ha intervistato Augusto Gutiérrez, parroco di Monimbó. Chiede il giornalista Expósito: “Don Augusto, mi faccia una cronaca della situazione lì”.

Don Gutiérrez: “Ore fa hanno iniziato ad entrare nel quartiere (la notte del 17 luglio, NdR), il più grande della città di Masaya. Quattro ore di attacco con le armi. Stanno profanando le chiese e uccidendo persone. I ragazzi si stanno difendendo. Ci hanno minacciato di morte perché affermano che siamo noi i leader della rivolta”.

Don Gutiérrez prosegue riportando i fatti e spiega che Monimbó “è un quartiere indigeno, di semplici lavoratori, artigiani, calzolai, carpentieri… Questo è ciò di cui le persone vivono. Per tre mesi il governo è stato contro la popolazione. Monimbó è un quartiere con grande coraggio…” afferma il sacerdote, tra le lacrime.

“Ci deve essere un aiuto internazionale per fermare questo massacro e salvare la gente – continua il parroco di Monimbó –. Questa non è una guerra, qui le persone si difendono con ciò che possono, con le pietre... Tutto ciò non è accettabile, non può continuare a governare. Siamo in una situazione di completa emergenza”.

“Vi ringrazio molto… Non lasciateci morire. Intervenite per favore, fate qualcosa” è l’appello del sacerdote nicaraguense.

Fonte: https://www.cope.es 

InfoANS

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