India – Addio a don Anthony Thaiparambil, SDB, un padre per 80mila bambini di strada

20 Marzo 2019

(ANS – Nuova Delhi) – Nel giorno in cui la Chiesa celebra il padre putativo di Gesù, il 19 marzo, è venuto a mancare a Nuova Delhi don Anthony Thaiparambil, che può essere ritenuto padre per circa 80mila bambini di strada di varie città dell’India. Tra i pionieri nel servizio ai minori a rischio nelle baraccopoli, ha trascorso 33 anni dedicandosi in varie attività in loro favore. I funerali sono previsti per venerdì 22 marzo a Nuova Delhi, nell’Ispettoria a cui apparteneva.

di don C.M. Paul, SDB

Don Anthony Thaiparambil era il maggiore di altri tre fratelli divenuti religiosi: due come salesiani coadiutori, nell’Ispettoria di Calcutta, e uno come sacerdote gesuita. Suo fratello Mathew è morto anch’egli, appena poche settimane fa, il 1° febbraio a Calcutta.

“Don Thaiparambil ha toccato la vita di molti bambini di strada [a Calcutta e a Nuova Delhi], e nei suoi ultimi giorni pregava costantemente per loro” ha detto di lui don Jose Mathew, Ispettore di India-Nuova Delhi.

Oltre ad essere un modello per tanti altri volontari che avrebbero seguito le sue orme, fu probabilmente lui ad ispirare il personaggio di Paul Lambert, il missionario francese attivo tra i più poveri delle baraccopoli, nel celebre romanzo “La Città della Gioia” di Dominic Lapierre. Don Thaiparambil, infatti, aveva iniziato a lavorare per i bambini di strada nella stessa stanza della baraccopoli di Pilkhana, vicino alla stazione ferroviaria di Howrah, che era presa in affitto da Lapierre per scrivere il suo capolavoro.

Il salesiano aveva conseguito un Master come Assistente Sociale e osservava attorno a se un numero inquietante di bambini vagare nella zona della stazione di Howrah, a Calcutta, afflitti e poverissimi. Preoccupato, decise di avvicinarsi a loro e di conoscere meglio la loro situazione. Cominciò ad andare regolarmente alla stazione, a trascorre il suo tempo con loro, a conoscere le loro lotte costanti per la sopravvivenza e gli abusi che spesso subivano. Notava anche che durante il giorno facevano umili lavoretti e che di notte dovevano guadagnarsi un minimo di sicurezza.

Incapace di sopportare una tale miseria, don Thaiparambil decise di agire.

L’8 dicembre 1985, con il sostegno dell’ONG “Seva Sanga Samity”, aprì il primo rifugio notturno per 14 bambini di strada nella baraccopoli di Pilkhana e iniziò ad abitare con loro. All’inaugurazione del primo rifugio “Ashalayam” (Casa della Speranza) a Belilious Road, Howrah, nel 1991, e del secondo rifugio a Bhattnagar, Howrah, nel 1995, venne anche Madre Teresa di Calcutta.

La futura santa quando seppe che don Thaiparambil voleva lanciare il progetto delle casa di accoglienza gli aveva detto: “Noi ci prenderemo cura delle ragazze. Voi impegnatevi al servizio dei ragazzi”.

Successivamente il salesiano andò nella capitale della Nazione per lavorare, anche lì, in favore dei bambini di strada: nel giro di 10 anni aprì ben tre centri: nel 1997 il centro “Don Bosco Ashalayam” a Bindapur; nel 1999 a Palam Gaon, e nel 2007 un a Lucknow, poi trasferito nell’attuale sede di Mohanlalganj.

Oggi oltre 500 bambini risiedono nelle 23 case di accoglienza “Ashalayam” nei distretti di Howrah, Calcutta e Nadia. Fornendo assistenza a migliaia di bambini di strada ogni anno, i centri di Ashalayam hanno aiutato finora circa 80.000 minori.

Fonte: Matters India

InfoANS

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