Pakistan – Visita esplorativa a Hyderabad per una possibile nuova presenza salesiana

25 Novembre 2019

(ANS - Hyderabad) – A poco più di un anno dall’incontro tra il Rettor Maggiore e il vescovo di Hyderabad in Pakistan, avvenuto a Roma durante il Sinodo sui Giovani, i salesiani di Lahore - don Noble Lal, don Gabriel Cruz Trejo e il salesiano coadiutore Alex Abelgas - insieme a diversi laici corresponsabili nella missione, hanno compiuto una visita esplorativa nella diocesi di Hyderabad, per valutare la possibilità di avviare una terza presenza salesiana nel Paese.

Il gruppo è stato accolto il 6 novembre scorso dal vescovo ordinario del luogo, mons. Samson Shukardin, felicissimo di vedere che al suo invito corrispondevano azioni concrete. Nel cordiale colloquio il presule ha illustrato ai Figli spirituali di Don Bosco la realtà della diocesi, che comprende sedici parrocchie – la metà delle quali impegnata con le comunità tribali – e che vede già attivi gli Spiritani (CSSp), i Frati Minori Francescani (OFM), i Missionari di Mill Hill (MHM) e la Società di San Colombano (SSC). Al tempo stesso ha spiegato il motivo per cui ha pensato di invitare i salesiani: la volontà di creare un Centro di Formazione Tecnica, con annesso internato, per rispondere alla sfida della disoccupazione giovanile, soprattutto fra le minoranze, e per rafforzare la formazione religiosa, sempre tra i giovani.

A Hyderabad, ha spiegato, ci sono molte comunità tribali poverissime e l’unico modo per spezzare il ciclo dalla povertà, che si tramanda di generazione in generazione, è quello di fornire ai giovani le competenze necessarie per conquistarsi un lavoro dignitoso. Altrimenti, senza competenze tecniche specifiche, finiscono per lavorare come schiavi, privati dei diritti umani e con minimi compensi.

Al tempo stesso, i giovani dei villaggi hanno bisogno di crescere e approfondire la loro fede cristiana. Per questo la richiesta di mons. Shukardin è che i salesiani aprano una scuola tecnica dotata di ostello, così da poter accogliere anche gli allievi provenienti da villaggi lontani.

Il contesto sociale della diocesi vede una larga maggioranza musulmana (94% del totale), seguita dalla minoranza induista (5%), con i cristiani che sono una minuscola minoranza (0,2%, pari a circa 50mila su una popolazione di 23 milioni); la convivenza è però pacifica e negli ultimi dieci anni non ci sono stati attentati a matrice religiosa.

Dal punto di vista educativo, ci sono 20 scuole superiori e 35 college privati, mentre i college pubblici sono 26, affiancati da 9 istituti e università statali. Ma per i giovani la vita è difficile, afflitti da povertà diffusa, disoccupazione cronica, tossicodipendenza e scarse opportunità di svago. E nelle aree rurali, se possibile, è anche peggio.

Dopo aver valutato con il vescovo alcuni aspetti concreti – individuazione del terreno su cui costruire, la partecipazione alle spese… – l’équipe ha compiuto un sopralluogo in diverse aree della città e nei villaggi circostanti. Al momento non è stato possibile individuare un’area libera e compatibile con le esigenze della possibile scuola; ma dopo questa perlustrazione la comunità salesiana ha sentito veramente il bisogno nella diocesi di qualcuno che offra competenze tecniche, soprattutto alle comunità indù e cristiana, perché attraverso l’educazione e la formazione professionale i giovani possono essere liberi dal lavoro forzato e dalla povertà.

“Continuiamo la ricerca di terreni ad un prezzo accettabile e possibilmente vicini ad una comunità cristiana. Affidiamo questo sogno di una possibile terza presenza salesiana in Pakistan a Maria Ausiliatrice e chiediamo preghiere per un buon discernimento e per la disponibilità di salesiani e laici collaboratori nella missione” ha dichiarato in conclusione il sig. Abelgas, SDB.

Fonte: AustraLasia

InfoANS

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