Presentazione Libri

Dallo studio per approfondire, ripensare e, per quanto necessario, riprogettare l’intervento educativo che l’Associazione “Nessun Luogo è Lontano” ha realizzato da anni in due quartieri periferici di Roma particolarmente critici, nasce prima una ricerca, poi un convegno e quindi questo testo. Il frutto è un’interessante lettura critica, socio-culturale della città, della sua architettura dei suoi quartieri e delle sue periferie, soprattutto delle condizioni di emarginazione sociale, e dell’impegno educativo – difficile – animato da una profonda tensione “riabilitativa” e passione pedagogica.

Il testo, dell’autore don Bruno Bordignon, SDB, affronta il tema dello stare con i giovani, secondo il vissuto che Don Bosco ha fondamentalmente descritto nei Regolamenti, pubblicati la prima volta nel 1877 insieme alla breve presentazione de Il Sistema Preventivo. La motivazione è fondata sul problema fondamentale: “come stare con i giovani oggi secondo l’esperienza vissuta da Don Bosco?” Viene proposto un approfondimento dell’esperienza del Santo attraverso l’analisi di tutti i manoscritti dei Regolamenti ed un confronto di essi con Il Sistema Preventivo, nel quale emerge come questo scritto riprenda quanto egli aveva proposto nei regolamenti. L’“assistenza” è la base della relazione educativa, nel quale l’educatore deve cercare “esclusivamente” la realizzazione del giovane.

Il volume prende di mira il dato estetico e quello religioso, nel punto in cui uno interseca l’altro, e ne mostra lo stretto rapporto, che non si può risolvere in una semplice identità, ma neppure in una reciproca estraneità. La riflessione deve fare i conti con situazioni critiche e con una estrema diversità ermeneutica, aprendo poi, in realtà, una straordinaria molteplicità di percorsi.

La parola economia deriva dal greco oikos-nomos: cura e gestione della casa, dove per casa possiamo intendere le mura domestiche, ma anche la casa comune, il pianeta che abitiamo. La casa viene vista molto diversamente se a guar­darla è un uomo o una donna. Fino a ora lo sguardo sulla casa e sulla nostra casa comune è stato molto maschile. L’uomo guarda soprattutto al lavoro, agli aspetti materia­li e istituzionali: tutto ciò è molto importante, ma se di­venta uno sguardo assoluto può deformare la realtà. La donna guarda maggiormente ai rapporti, a ciò che ha a che fare con la cura. Anche questo è uno sguardo che da solo non basta, ma ne sentiamo la mancanza dentro le grandi aziende, a livello politico, nelle istituzioni in gene­rale. Abbiamo bisogno di iniziare, o continuare a guarda­re questa casa con uno sguardo di donne. Soprattutto, è necessario iniziare a guardarla insieme, uomini e donne. A immaginarne insieme il futuro.

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