Il blocco si teme possa avere un impatto devastante sui circa 300 milioni di Indiani che vivono al di sotto della soglia di povertà e sopravvivono in base ai guadagni giornalieri. “Milioni di poveri non hanno frigoriferi per conservare il cibo. Come sopravvivranno quelle famiglie? Come compreranno il cibo e dove lo compreranno?” si chiede Mathew George, un leader cristiano indiano.
Per questo motivo è fondamentale la rete di organizzazioni che si occupa delle necessità di persone indigenti, migranti, lavoratori a giornata. Tra queste organizzazioni ci sono i Salesiani, che in diversi modi e località si stanno dando da fare.
L’Ufficio di Pianificazione e Sviluppo (PDO, inglese) dell’Ispettoria indiana di Bangalore, “BREADS”, ha invitato tutti i centri salesiani di identificare 20 famiglie nelle loro comunità che potrebbero aver bisogno di kit alimentari, anche con un’attenzione specifica ai migranti. Inoltre, i centri salesiani in cui erano già attivi programmi di sartoria hanno iniziato a produrre mascherine; vengono poi fornite informazioni su come fare volontariato per coloro che sono in salute bene e che sono disponibili ad aiutare i bisognosi, con tutte le attenzioni del caso; mentre i centri educativi si dedicano alla didattica online.
Anche l’Ispettoria salesiana “Maria Ausiliatrice” di Guwahati è fortemente impegnata per far fronte all’emergenza. Essa si è organizzata per realizzare 50.000 mascherine e distribuire 25 kg di riso e 10 kg di dal, insieme a materiale informativo, a 20.000 persone. Molto ben congegnata l’operazione: i membri del PDO ispettoriale “Bosco Reach Out” porteranno kit sanitari e per la prevenzione, dotati di sapone e mascherine, in due remoti villaggi dell’Assam, Kokrajhar e Karbianglong, acquistando ad un prezzo equo prodotti alimentari da ridistribuire poi, sempre con la massima attenzione, a senzatetto e immigrati bisognosi nella città di Guwahati.
Nella medesima Ispettoria una situazione peculiare la sta vivendo il centro “Don Bosco Institute” di Guwahati. Esso ospita attualmente 56 persone – tra lavoratori e studenti – che al momento di tornare nelle proprie case, per diversi motivi, hanno affermato di sentirsi più sicuri nel centro salesiano che a casa loro. I salesiani, seguendo rigorosamente le direttive governative, non permettono ad alcuno di uscire dal campus. Ma ora la grande sfida è dare da mangiare a tutti fino al 14 aprile.
A Hyderabad il Centro per lo Sviluppo delle Iniziative “Bosco Seva Kendra”, ha lanciato una campagna di raccolta fondi per i minori orfani e i lavoratori immigrati. In tal modo si prevede di produrre 1.000 kit per l’igiene e la sicurezza sanitaria, comprendenti sapone, mascherine, prodotti sanitari per le ragazze, opuscoli informativi; oltre a 500 kit alimentari; e un’alimentazione completa per 60 giorni per i minori orfani accuditi dai salesiani.
Infine, da Shillong è giunta la notizia che la Casa Ispettoriale delle Figlie di Maria Ausiliatrice (FMA) è in isolamento, e le suore hanno fornito 500 maschere al capo del villaggio. Delle razioni alimenti sono previste per i lavoratori che attualmente non possono entrare nella casa delle suore, mentre è allo studio la possibilità di destinare il dispensario delle FMA a Pyndengrei per tenere in quarantena gli studenti che sono tornati da altri Stati.