India – Coronavirus ed isolamento minacciano i poveri. L’impegno salesiano nell’emergenza

27 Marzo 2020

(ANS – Nuova Delhi) – Anche l’India sta fronteggiando la sfida globale del coronavirus. Il governo ha imposto il blocco totale della Nazione (lockdown) fino al 14 aprile. 1,3 miliardi di cittadini indiani, quasi un quinto della popolazione mondiale, dovrebbero “dimenticare cosa significa uscire”, come ha detto il Primo Ministro Modi nel suo messaggio. Finora i numeri di contagi e decessi sono contenuti, ma si teme che le basse cifre siano legate alla mancanza di test, più che del virus.

Il blocco si teme possa avere un impatto devastante sui circa 300 milioni di Indiani che vivono al di sotto della soglia di povertà e sopravvivono in base ai guadagni giornalieri. “Milioni di poveri non hanno frigoriferi per conservare il cibo. Come sopravvivranno quelle famiglie? Come compreranno il cibo e dove lo compreranno?” si chiede Mathew George, un leader cristiano indiano.

Per questo motivo è fondamentale la rete di organizzazioni che si occupa delle necessità di persone indigenti, migranti, lavoratori a giornata. Tra queste organizzazioni ci sono i Salesiani, che in diversi modi e località si stanno dando da fare.

L’Ufficio di Pianificazione e Sviluppo (PDO, inglese) dell’Ispettoria indiana di Bangalore, “BREADS”, ha invitato tutti i centri salesiani di identificare 20 famiglie nelle loro comunità che potrebbero aver bisogno di kit alimentari, anche con un’attenzione specifica ai migranti. Inoltre, i centri salesiani in cui erano già attivi programmi di sartoria hanno iniziato a produrre mascherine; vengono poi fornite informazioni su come fare volontariato per coloro che sono in salute bene e che sono disponibili ad aiutare i bisognosi, con tutte le attenzioni del caso; mentre i centri educativi si dedicano alla didattica online. 

Anche l’Ispettoria salesiana “Maria Ausiliatrice” di Guwahati è fortemente impegnata per far fronte all’emergenza. Essa si è organizzata per realizzare 50.000 mascherine e distribuire 25 kg di riso e 10 kg di dal, insieme a materiale informativo, a 20.000 persone. Molto ben congegnata l’operazione: i membri del PDO ispettoriale “Bosco Reach Out” porteranno kit sanitari e per la prevenzione, dotati di sapone e mascherine, in due remoti villaggi dell’Assam, Kokrajhar e Karbianglong, acquistando ad un prezzo equo prodotti alimentari da ridistribuire poi, sempre con la massima attenzione, a senzatetto e immigrati bisognosi nella città di Guwahati.

Nella medesima Ispettoria una situazione peculiare la sta vivendo il centro “Don Bosco Institute” di Guwahati. Esso ospita attualmente 56 persone – tra lavoratori e studenti – che al momento di tornare nelle proprie case, per diversi motivi, hanno affermato di sentirsi più sicuri nel centro salesiano che a casa loro. I salesiani, seguendo rigorosamente le direttive governative, non permettono ad alcuno di uscire dal campus. Ma ora la grande sfida è dare da mangiare a tutti fino al 14 aprile.

A Hyderabad il Centro per lo Sviluppo delle Iniziative “Bosco Seva Kendra”, ha lanciato una campagna di raccolta fondi per i minori orfani e i lavoratori immigrati. In tal modo si prevede di produrre 1.000 kit per l’igiene e la sicurezza sanitaria, comprendenti sapone, mascherine, prodotti sanitari per le ragazze, opuscoli informativi; oltre a 500 kit alimentari; e un’alimentazione completa per 60 giorni per i minori orfani accuditi dai salesiani. 

Infine, da Shillong è giunta la notizia che la Casa Ispettoriale delle Figlie di Maria Ausiliatrice (FMA) è in isolamento, e le suore hanno fornito 500 maschere al capo del villaggio. Delle razioni alimenti sono previste per i lavoratori che attualmente non possono entrare nella casa delle suore, mentre è allo studio la possibilità di destinare il dispensario delle FMA a Pyndengrei per tenere in quarantena gli studenti che sono tornati da altri Stati.

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