RMG – “La pandemia fa emergere il meglio di molte persone”: intervista al Rettor Maggiore, Don Ángel Fernández Artime

16 Aprile 2020

(ANS – Roma) – A poco più di un mese dalla fine del 28° Capitolo Generale e dalla sua rielezione come Rettor Maggiore, Don Ángel Fernández Artime ha rilasciato una lunga intervista al settimanale cattolico Alfa y Omega. Nell’intervista, il Successore di Don Bosco ha toccato numerosi argomenti, dalle prospettive per il nuovo sessennio che ha di fronte, allo stato della Congregazione, senza dimenticare l’aspetto missionario e il desiderio di vivere in un luogo di frontiera una volta terminato il suo incarico. Oltre a tutto ciò, tuttavia, largo spazio è stato dedicato a ciò che negli ultimi mesi ha colpito il mondo intero e ha costretto tutti noi ad un cambio drastico e radicale delle nostre vite: la pandemia di coronavirus.

Avendo visitato numerosi Paesi, cosa pensa quando il Papa dice che siamo in "una terza guerra mondiale a pezzi" o quando parla della "globalizzazione dell’indifferenza"?

Per il mio carattere e la mia identità carismatica salesiana, tendo a guardare con speranza. Ma, certamente, penso che stiamo vivendo anni molto difficili. Molti di noi, me compreso, 20 anni fa credevamo che la strada verso la pace e verso una crescente estensione dei diritti umani nel mondo fosse lenta, ma visibile. Negli ultimi 20 anni abbiamo vissuto però una battuta d’arresto inimmaginabile, sia a causa del terrorismo internazionale, sia a causa dello sfruttamento e degli abusi nei movimenti migratori esistenti in tutto il mondo, ma anche a causa delle guerre. In questo momento, poi, siamo colpiti da questa terribile pandemia. Non avremmo mai immaginato una cosa del genere. E questa stessa pandemia sta facendo emergere il meglio di molte persone e gruppi sociali (ad esempio medici, infermieri, servizi sociali), e il peggio dell’egoismo e dell’individualismo delle nazioni. A mio parere questo è deplorevole, e non sarà facile dimenticarlo nel post-coronavirus.

Da cattolici, come possiamo affrontare la pandemia?

Prima di tutto, direi che spero che impareremo qualcosa da tutto questo. Per esempio, torneremo a uno stile di vita frenetico o riusciremo ad avere ritmi e spazi più umani? Vogliamo recuperare il tempo perduto nei consumismo o impareremo che è possibile vivere felici con l’essenziale? Continueremo senza freni nella corsa alla contaminazione del mondo o daremo una tregua al pianeta? Dopo questa pandemia, un’indifferenza ecologica come quella che continuiamo a vedere nei vertici climatici non è possibile. Inoltre, di fronte alle situazioni di povertà che aumenteranno, come cattolici, dobbiamo continuare a rispondere con generosità. In generale, in situazioni estreme, tendiamo a dare il meglio di noi stessi. Ho molta fiducia in questo. Vorrei cogliere l’occasione per invitarvi alla solidarietà, alla fraternità, alla carità e alla preghiera. Abbiamo fede in Dio, che è al nostro fianco nel nostro cammino, anche se difficile come quello attuale. Per questo voglio ricordare l’immagine di Papa Francesco che prega in Piazza San Pietro, solo, ma accompagnato da tante persone in tutto il mondo.

Fonte: Alfa y Omega

InfoANS

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