Venezuela – Il coronavirus è ora l’ultimo dei problemi per le famiglie venezuelane

22 Maggio 2020

(ANS - Caracas) – Senza cibo, senz’acqua, senza elettricità, né medicine, né carburante... La situazione in Venezuela è così critica che la pandemia di COVID-19 rappresenta l’ultima preoccupazione per le famiglie. I salesiani continuano a lavorare a fianco della popolazione e a distribuire cibo, acqua e prodotti per l’igiene ai più vulnerabili, soprattutto ai bambini della “Red de Casas Don Bosco”, per prevenire la malnutrizione.

Il Paese sudamericano sta soffrendo ora più che mai: affronta la più grande crisi di carenza di carburante della sua storia a causa del calo dei prezzi del petrolio. “In questo momento le persone devono fare fino a tre giorni di fila per ottenere 20 o 30 litri di benzina. Tutto questo non è grave solo per la mobilità delle persone, ma anche per la spedizione di cibo e medicine. Il Paese è paralizzato”, raccontano i salesiani, che fanno di tutto per aiutare la popolazione, per assicurare loro che ogni giorno sia un po’ migliore del precedente.

Per procurarsi il cibo bisogna stare in piedi in lunghe code ed è impossibile mantenere la distanza sociale. “L’emergenza sanitaria per COVID-19 non ha fatto che aggravare una grande crisi umanitaria iniziata nel 2016 e dalla quale non s’intravvede una via d’uscita. Al momento il coronavirus è l’ultima delle nostre preoccupazioni, anche se le infezioni e i decessi aumentano senza che si conoscano le cifre reali”, aggiungono i salesiani.

Di fronte a questo tragico panorama, i missionari salesiani si sono schierati dalla parte della popolazione e offrono ogni tipo di sostegno ai bambini e alle loro famiglie. Così, l’associazione civile “Red de Casas Don Bosco”, attraverso i suoi sette centri, offre più di 700 colazioni e pasti al giorno ai bambini in situazioni di vulnerabilità, insieme a kit igienici. “Se non fosse per questo sostegno, non avrebbero niente da mangiare. Abbiamo sempre più casi di malnutrizione tra quanti vengono nei centri a chiedere aiuto” proseguono i Figli spirituali di Don Bosco.

Leonardo Rodríguez, Direttore di “Red de Casas Don Bosco”, spiega: “Alcuni bambini vivono nelle nostre case perché sono sottoposti a misure di protezione. Altri, che vivono in condizioni molto difficili o sono orfani, o i cui genitori sono dovuti emigrare e li hanno lasciati soli, partecipano ai programmi che chiamiamo Cortile Aperto”.

“La malnutrizione nei bambini sotto i cinque anni causa problemi irreversibili nello sviluppo cognitivo”. Per questo, la “Red de Casas Don Bosco” ha costituito sette programmi per la tutela dei bambini e degli adolescenti in altrettanti Stati del Paese.

I salesiani percepiscono in maniera evidente che moltissime persone “oltre a fronteggiare le difficoltà di accesso ai servizi di base, vivono una profonda disperazione”. E di fronte a questa situazione critica, non hanno altra scelta che fuggire: tutto questo lascia immaginare una nuova ondata migratoria.

Fonte: Misiones Salesianas

InfoANS

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