ONU – I salesiani e il mondo guardano alle sfide post-pandemia
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16 Luglio 2020

(ANS – New York) – A margine del Forum Politico di Alto Livello delle Nazioni Unite (ONU) sullo Sviluppo Sostenibile, in programma a New York dal 7 al 16 luglio, la rappresentanza salesiana all’ONU, guidata da don Thomas Pallithanam, ha promosso, nella giornata di martedì 14, un evento dal titolo “Superare le vulnerabilità sistematiche e le e sfide finanziarie per un futuro più equo e sostenibile: iniziative programmate di collaborazione per affrontare la fame, la disoccupazione e l’assistenza sanitaria nel contesto di COVID-19”.

L’appuntamento è stato realizzato in modalità online ed è stato organizzato in cooperazione con altri organismi co-patrocinatori: il Fondo Internazionale “Women First”, il Comitato delle ONG per il Finanziamento dello Sviluppo, la Fondazione Globale per la Democrazia e lo Sviluppo (GFDD), la Congregazione di Nostra Signora della Carità del Buon Pastore, la Fondazione “Red Dot”, e l’ONG “New Humanity for a United World”.

Durante l’evento sono stati illustrati diversi dati allarmanti: secondo i dati più aggiornati del Programma Alimentare Mondiale (PAM), la vita e il sostentamento di 265 milioni di persone nei Paesi a basso e medio reddito sono o saranno in serio pericolo dalla pandemia – si tratta di un dato quasi doppio rispetto ai 135 milioni di persone a rischio fame nel 2020 individuate dal Rapporto Globale sulle Crisi Alimentari prima dell’inizio della pandemia.

L’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO) da parte sua ha stimato che 25 milioni di persone a causa di Covid-19 hanno perso o perderanno il lavoro.

Ed in maniera unanime si è convenuto che la pandemia ha portato allo scoperto un sistema globale in cui le reti di sicurezza sociale, di assistenza sanitaria e sociale sono carenti, se non propriamente assenti, e che gli effetti della pandemia rischiano soltanto di amplificare le diseguaglianze tra Paesi e all’interno delle Nazioni.

Davanti ad un simile scenario, il dibattito ha pertanto esaminato le problematiche vissute a causa della pandemia dai segmenti sociali più vulnerabili, le buone pratiche realizzate da tanti organismi in loro favore, e le opzioni di collaborazione tra organizzazioni pubbliche e private per dare risposte concrete ed efficaci ai problemi sempre più gravi dovuti alla fame, alla disoccupazione e ad un’assistenza sanitaria inadeguata.

In quest’ottica è intervenuto anche don George Menamparampil, SDB, Coordinatore deputato dalla Congregazione alla gestione dell’emergenza per Covid-19, che ha mostrato la solidarietà espressa a livello mondiale dalle istituzioni salesiane presenti in 134 Paesi.

Oltre a presentare il complesso, ma ben rodato meccanismo salesiano di risposta alle emergenze, don Menamparampil ha offerto molte informazioni interessanti: ad esempio, ha spiegato che ad oggi al Coordinamento per l’emergenza Covid-19 sono arrivate 243 richieste di aiuto; che il valore degli aiuti offerti dalle realtà salesiane ammonta a quasi 4,5 milioni di dollari; e che i Paesi direttamente beneficiati sono stati 62 (31 in Africa, 5 in Asia meridionale, 4 in Asia orientale, 16 in America Latina e 6 in Europa).

La tipologia di aiuti offerti è stata amplissima (cibo, dispositivi di protezione, campagne di prevenzione, trasporti…), così come la platea dei beneficiati – ad ogni modo sempre tra le fasce più umili e a rischio – e quella degli enti che hanno collaborato a vario titolo.

“I numeri in gioco sono enormi: per esempio, solo in India abbiamo toccato la vita di oltre 3,5 milioni di persone” ha detto in conclusione don Menamparampil. Che infine ha rassicurato: “Questo coordinamento continuerà per tutto il tempo necessario”.

                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                         Gian Francesco Romano

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