Portogallo – Il servizio “SolSal” di Lisbona accompagna le famiglie migranti

26 Gennaio 2021
Foto: João Ramalho

(ANS – Lisbona) – È una delle prime cose che si vede quando si entra nei locali del Servizio “SolSal” (Solidarietà Salsiana) di Lisbona: il murale di Don Bosco che abbraccia un gruppo di giovani di diversa provenienza, con la scritta che lo accompagna: “Una famiglia con molte famiglie”. È stato dipinto da Francis, un giovane volontario del Servizio. “Don Bosco ci ricambia lo sguardo, sembra che ci segua anche quando ci spostiamo. È stato dipinto molto bene”, commenta Helena Domingues, Psicologa di SolSal.

Il Servizio SolSal è stato creato nel 2008 nell’opera salesiana di Lisbona, con la missione di intervenire non solo con bambini e giovani in situazioni di vulnerabilità, ma anche di sviluppare azioni continuative con le loro famiglie, per promuoverne benessere ed autonomia.

I destinatari non sono pochi: 114 famiglie, pari a 378 persone, di cui 195 sono minori. Il 28% delle famiglie sono migranti, provenienti da 10 diversi Paesi: Angola, Bangladesh, Brasile, Capo Verde, Guinea, India, Moldavia, Nepal, São Tomé e Príncipe e Siria. La metà, però, viene dal Brasile. Inoltre, il totale comprende anche tre delle quattro famiglie che la Fondazione Salesiana ha accolto nel 2016 nell’ambito del programma di ricollocazione dei rifugiati all’interno dell’Unione Europea.

“Anche se la nostra partecipazione al programma è terminata a marzo 2018, in questo momento continuiamo ad accompagnarle come facciamo con tante altre famiglie migranti” racconta Alexandra Constantino, responsabile di SolSal Lisbona e coordinatrice, insieme al salesiano don Álvaro Lago, delle Opere e Servizio Sociali Salesiani a livello nazionale.

“SolSal” è anche una delle entità che hanno aderito alla Piattaforma di Sostegno ai Rifugiati (PAR, in portoghese), un’iniziativa della società civile per articolare l’accoglienza ai rifugiati secondo un modello di integrazione comunitaria, anziché nei centri per rifugiati. Tutti i bambini e i giovani di queste famiglie studiano, o nelle scuole della Fondazione Salesiana, o negli istituti pubblici, senza troppe difficoltà.

“All’inizio quelli più grandi trovavano più difficile integrarsi e seguire le lezioni, ma oggi sono ben inseriti”, racconta Helena. A livello abitativo, continuano a vivere in case della Fondazione Salesiana o concesse alla Fondazione Salesiana. Solo uno tra gli adulti è attualmente senza lavoro, tutti gli altri sono impegnati, a tempo pieno o part-time. Per quanto riguarda l’assistenza sanitaria, tutti sono registrati e hanno facile accesso alle visite e consulenze mediche.

Oltre ad un sostegno economico, come attraverso la distribuzione di cesti di beni di prima necessità e di pasti, i beneficiari di SolSal hanno accesso a programmi di consulenza familiare, per la promozione delle competenze, di accompagnamento psicologico, attività di educazione genitoriale, laboratori di cucina ed economia familiare.

Specificamente alle famiglie immigrate, SolSal fornisce supporto nell’accesso ai servizi della pubblica amministrazione. “Una delle maggiori difficoltà per queste famiglie – prosegue la dott.ssa Domingues – è accedere al supporto fornito dallo Stato, così come occuparsi dei rinnovi dei documenti di identificazione e dei permessi di soggiorno”.

Un altro aspetto degno di nota in cui SolSal interviene è l’integrazione e l’inserimento sociale dei migranti, con lezioni di portoghese e sessioni di conversazione per l’apprendimento della lingua, e con il programma “Mentoria Familiar Impacto”, che promuove incontri con famiglie portoghesi.

La pandemia ha imposto maggiori difficoltà anche al Servizio SolSal. “La nostra più grande vittoria è stata quella di aver continuato con le porte aperte, nonostante tutti i cambiamenti che abbiamo dovuto fare nei funzionamenti del servizio”. Per alcune famiglie, senza accesso a internet o ai computer, il proseguimento della vita scolastica è stato una sfida: “L’accompagnamento nelle scuole è stato ridotto e ora viene spesso fatto online”, spiega la psicologa.

Antónia Andrade è una donna originaria di Capo Verde. È arrivata in Portogallo nel 2001, a 27 anni, portando con sé un figlio. Solo più tardi è stata in grado di riunire tutta la famiglia, composta da tre figli e un marito. Ha incontrato SolSal otto anni fa e oggi è volontaria e aiuta nella raccolta e nella distribuzione dei beni alle famiglie bisognose. “Nemmeno Covid-19 ha portato Antonia via dal suo lavoro alla SolSal”, spiega la dott.ssa Domingues. Infatti, oggi Antonia prepara i cesti mensili che vengono consegnati alle famiglie in difficoltà economiche e raccoglie i pasti per la distribuzione quotidiana.

Fonte: Bollettino Salesiano del Portogallo (n° 584 – Gennaio-Febbraio 2021)

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