Pokemon Go in “salsa” salesiana
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24 Agosto 2016

Pokemon Go senza dubbio è diventato il più diffuso videogioco per dispositivi mobili della storia con 21 milioni di utenti attivi al giorno, secondo la società di rilevamento e analisi dei dati SurveyMonkey.

La prima caratteristica di questo gioco è che Pokemon Go non si gioca sul divano di casa ma nelle strade, parchi, spiagge e altri luoghi del mondo reale, che si riflettono sul monitor del lettore e dove i personaggi creati dalla fantasia sono nascosti.

Si forma così una nuova “realtà” che permette di individuare gli elementi virtuali nel mondo fisico e rende possibile, in questo caso, agli appassionati di videogiochi di muoversi per le strade con il loro cellulare alla ricerca dei Pokemon.

Pokemon Go è l’argomento più attuale soprattutto tra i giovani e gli adolescenti, tanto che il gioco si è rapidamente trasformato in fenomeno sociale che interessa i media di tutto il mondo.

Si moltiplicano ogni giorno allarmi e proteste per chiedere ai “cacciatori” di creature digitali di non invadere, con i loro strumenti in mano, spazi e luoghi in cui avvengono riunioni e addirittura celebrazioni religiose. Qualche cacciatore di Pokemon è stato travolto sulla strada o sulle rotaie di un treno perché totalmente assorbito dal gioco di ricerca.

Pokemon Go sta insomma generando un fenomeno globale ancora difficile da capire e suscettibile di possibili speculazioni. Questi fenomeni su così vasta scala sono effettivamente difficili da analizzare.

Ormai è chiaro che la preoccupazione reale di educatori e genitori per i protagonisti più giovani di questo gioco che sconfina nella mania, non può trasformarsi in un inutile bombardamento di messaggi moralistici, ma è vitale dare alle giovani generazioni gli strumenti e le tecniche per decidere da soli ciò che è importante e necessario per la loro crescita culturale e per saperlo distinguere dalle tendenze del momento che servono solo a distrarre dai compiti impellenti della loro età e del nostro tempo.

 

Ma la fantasia accende la creatività.

Come insegnano i buoni metodi educativi, un gioco è sempre un’attività seria che può servire per far riflettere e addirittura portare benefici. È il caso di una ONG che ha sfruttato il gioco con lo slogan "Unisciti a noi e vieni a salvarci", invitando i giocatori del mondo a diventare consapevoli delle condizioni disumane che vivono i bambini siriani a causa della guerra, associando le fotografie reali di questi piccoli ai personaggi di fantasia.

Un'altra interessante iniziativa è nata nel mondo salesiano. I salesiani della Ispettoria Argentina Nord usando la logica e la tecnologia del gioco ne hanno inventato un altro chiamato "Don Bosco Go" rimpiazzando i Pokemon con i santi salesiani.

Queste due semplici iniziative sono un segno della capacità delle persone che in situazioni diverse continuano a creare forme e iniziative per aiutare ed educare gli altri.

InfoANS

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