Italia – Sant’Artemide Zatti e le Figlie di Maria Ausiliatrice

14 Novembre 2022

(ANS – Roma) – Si è celebrata il 13 novembre 2022 la memoria liturgica di Sant’Artemide Zatti, Salesiano Coadiutore canonizzato il 9 ottobre 2022 a Roma, in Piazza San Pietro. Per l’occasione, don Pierluigi Cameroni, Postulatore Generale delle Cause dei Salesiani di Don Bosco, ha condiviso, in un testo che di seguito riportiamo, le testimonianze sulla collaborazione del Santo con le Figlie di Maria Ausiliatrice nella missione dell’ospedale San Josè di Viedma, in Argentina:

Il rapporto di Sant’Artemide Zatti con le Figlie di Maria Ausiliatrice si inserisce nella grande ed eroica storia delle missioni salesiane in Argentina, prima frontiera del cuore apostolico di Don Bosco, e nella storia della missione svolta da Zatti a Viedma per oltre 50 anni a servizio dei poveri e degli infermi.

Per la sezione femminile dell’ospedale San José di Viedma e per la cucina, già dai tempi di don Garrone, prestavano il loro servizio le Figlie di Maria Ausiliatrice: ordinariamente erano due. L’edificio delle suore in un primo tempo era strettamente collegato con l’edificio della casa salesiana ed era perciò facile la collaborazione. Ai tempi di Zatti la casa delle Figlie di Maria Ausiliatrice era già stata trasferita in altra località, ma le suore continuarono il loro servizio nel reparto femminile, finché l’Ospedale San José non dovette trasferirsi alla Quinta San Isidro ai margini della città.

Pur prestando le suore, per evidente esigenza di prudenza, il loro servizio al reparto donne, Zatti doveva provvedere all’intera organizzazione e alle necessità materiali di tutto l’ospedale. Tra le suore che prestarono la loro opera si ricordano suor Severina Teghille, che vi lavorò dal 1895 al 1940, e poi suor Maria Grana e suor Maria Méndez. Suor Severina era piuttosto intransigente, a volte anche con lo stesso Zatti, mentre questi trattava persone e affari con un criterio di bontà.

Una testimone eccezionale della vita virtuosa e della santità di Zatti è suor Antonieta Böhm, Figlia di Maria Ausiliatrice e oggi Serva di Dio, che fu direttrice a Viedma dal 1949 al 1955 e quindi conobbe Zatti negli ultimi anni della sua vita. Così ne parla nelle sue Memorias misioneras:

«Nell’ospedale in cui il direttore era il coadiutore salesiano, il Sig. Zatti, ora Beato, lavoravano tre suore che appartenevano alla mia comunità. Era un ospedale molto povero; dopo qualche anno ne fecero il palazzo vescovile. Quanto soffrì il Sig. Zatti per questo! Dovette andare con i malati in una fattoria a venti isolati dalla sua comunità. Nei sei anni in cui fui direttrice in questa Provincia ebbi molti contatti con il Sig. Zatti. Lo chiamavano il Padre Dottore, sempre vestito con un camice bianco e con la sua bicicletta. La sua caratteristica era la gioia, il sorriso. Aveva uno spirito come quello di Madre Teresa di Calcutta, di santa memoria. Si prendeva cura degli infermi più poveri. I dottori a volte lo chiamavano affinché li aiutasse nell’altro ospedale.

In un’occasione il Sig. Zatti trovò in piazza un moribondo e lo caricò sulle spalle, lo mise in bicicletta e lo portò all’ospedale. Disse alla suora: “Ho bisogno di un letto per…”; la suora rispose che non c’era posto; al che egli disse: “E nel mio letto?”. Così andò e depose il moribondo nel suo letto e lui si sdraiò per terra. Quella notte lo aiutò a morire con una buona morte.

Ero solita chiamarlo per assistere qualche consorella malata, anziana. Quando le vedeva, cantava un canto alla Vergine e diceva alla malata: “Ora, ora”. Non vedevo che le desse qualche medicina e la sorellina molto felice diceva: “Ora sto bene”… e morivano felici.

Il Sig. Zatti aveva una voce alta e sonora. Per i suoi malati, ogni domenica aveva pronta una nuova lode. Un fratello suonava e lui cantava. I suoi pazienti erano nella cappella e cominciava l’omaggio alla Vergine; cantava una bella lode. Io camminavo per una ventina di isolati per ascoltarlo; cantava magnificamente e dava un’eloquente testimonianza di santità salesiana.

Ebbi la fortuna di assisterlo quando gli furono amministrati gli oli santi. Chiese che a questo atto fosse data tutta la solennità. Chiese al padre direttore di indossare il miglior rocchetto e la stola, e le candele accese. E intorno tutti i malati che potevano stare in piedi. E l’ultima catechesi la diede lui, spiegando ai suoi pazienti il Sacramento dell’Estrema Unzione. Disse loro: “Tante volte l’ho detto a voi, ora tocca a me”. In quel momento arrivò un’infermiera con un’iniezione per calmare il dolore, visto che l’aveva prescritta il medico, e il Sig. Zatti le disse: “Guarda, non posso lavorare, il dolore è mio, non lo do a nessuno. Vai per favore con la tua siringa e dì al medico che se la faccia lui”. Partecipò serenamente all’Unzione degli infermi e spiegò loro cosa significava ogni atto. Spiegava come ci si deve preparare a ricevere questo Sacramento.

Il Sig. Zatti da giovane voleva essere salesiano però era molto malato: aveva i polmoni ammalati. Poi il direttore dell’ospedale in quel momento chiamò Zatti prima che morisse e gli disse: “Te lo prometto, ti curerò, ma tu prometti che andrai a lavorare all’ospedale”. Così fu. L’amore del Sig. Zatti per la Madonna e la sua gioia erano fortissimi. Non si lamentava di nessuno e di niente. Mai lo vidi triste».

Zatti aveva una nipote, Maria Zatti, FMA. Un giorno a Bahía Blanca verso la fine del santo coadiutore Maria Zatti si incontrò con lo zio e convinta della sua santità gli disse: “O santo zio: quando entrerai in paradiso, mi nasconderò in una delle tue tasche…”. “E io farò come l’aquila, rispose lo zio Artemide, quando la tartaruga volle salire in alto aggrappandosi a lei, la lasciò cadere e si sfracellò a terra”. E rideva di gusto. Poi più seriamente aggiunse: “Entrerai in Cielo, sì, non per le opere del tuo parente, ma per le tue”.

Fonte: CGFMAnet.org

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