Vaticano – Santa Teresa di Calcutta: ama e protegge i Salesiani

05 Settembre 2016

(ANS - Città del Vaticano) – Domenica 4 settembre, in un clima di gioia e di luce, Papa Francesco ha iscritto Madre Teresa di Calcutta nell’albo dei santi, consegnandola come modello di santità per tutto il mondo del volontariato. Una donna e una consacrata del nostro tempo che, guidata dallo Spirito, ha incarnato la misericordia trattando ogni persona, soprattutto se povera e indifesa, come uomo e fratello nel Signore.

Madre Teresa ebbe diversi contatti con il modo salesiano e merita particolarmente di essere ricordato l’incontro del 17 aprile 1984 tra la Madre e i Capitolari del CG22, guidati dal Rettor Maggiore Don Egidio Viganò. Ecco alcuni passaggi di quell’intervento, che sono come il suo messaggio per la Congregazione oggi.

“Don Bosco ebbe un amore grande per i poveri, vide sempre Gesù in loro, credette alla parola di Gesù. Sapeva, non solo per un atto di fede, ma per una convinzione profonda, che ciò che egli faceva per quei monelli lo faceva per Gesù stesso… Ciò che mi colpisce di più nella gioventù è il desiderio di pregare, per poi trasformare quella preghiera in servizio. Il servizio come frutto della preghiera è davvero una cosa molto importante per voi e per noi… San Giovanni Bosco deve essere molto contento nel vedere che la sua Congregazione conserva questo onore per i più poveri tra i poveri. Custodite con la vostra vita, con il vostro lavoro questo, che è il più grande dono di Dio alla vostra Società: l’amore, il lavoro per i poveri. Non lasciate che nessuno o niente separi il vostro amore per Cristo dall’amore per i poveri! È così facile permettere che qualcuno o qualcosa porti via la gioia di amare e servire i poveri. Essi sono il più grande dono di Dio per noi! Oggi la fame non è solo per un pezzo di pane… è anche quella di essere amato, di sentirsi benvoluto. Il contributo del sacerdote è di dare quella pace e quella gioia che sgorgano dall’amore. La nudità non è solo questione di un panno per vestirsi, ma è anche la mancanza di dignità, la perdita della purezza, la mancanza di rispetto: molti trattano i poveri come se fossero niente! ... La gente ha fame di amore, fame di stima; spesso non ha più tempo nemmeno per sorridere. C’è molta sofferenza nel mondo, appunto perché tutti sono indaffarati. Per questo dobbiamo essere presenti con la nostra preghiera, insegnare alla gente a pregare, perché le famiglie che pregano insieme rimangono insieme, e se rimangono insieme saranno in grado di amarsi tra loro, come Dio ama ciascuno di loro… Aiutiamoci a vicenda con la preghiera e i sacrifici, perché possiamo continuare ad essere l’amore di Dio e la sua compassione per tutti quelli che ci incontrano; possiamo condividere con loro la gioia di amare e servire Dio”.

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