A metà degli anni ‘60, irruppero sulla scena dei festival canori, diventando famosi in tutto il Paese. Una delle loro finali, a Hogares Mundet, venne addirittura trasmessa dalla “Televisión Española”.
Eppure, nell’evoluzione di questo percorso artistico-educativo dei salesiani di Spagna, ci sono stati due spettacoli che più di tutti hanno segnato un prima e un dopo rispetto al loro passaggio: il musical “Juan Soñador” del salesiano Carlos Martínez Voces e il musical “Don Bosco” di Antonio Gil Prieto e Joan Faner, entrambi presentati in anteprima nel 1988, nel centenario della morte del fondatore.
Iniziò così una nuova era nell’espressione artistica della Spagna salesiana: Antonio Gil Prieto e Joan Faner si misero alla guida di un progetto ambizioso nella loro produzione professionale, che portò alla registrazione di un disco e alla rappresentazione di questo musical in tutta la Spagna.
Ecco come Antonio Gil valuta il significato di questa nuova forma di espressione teatrale: “È attraverso il testo, la canzone, la coreografia, la danza che si esprime il potenziale dei tanti atteggiamenti che nei ragazzi poi sviluppano l’attenzione, l’armonia, la comunicazione, il controllo, la concentrazione, il dinamismo, la disciplina, lo sforzo, il sogno, l’immaginazione, l’ottimismo, il rispetto, la responsabilità, la sensibilità, il lavoro, l’unione... e tutto questo comprende varie arti performative (testo, poesia, canzone, interpretazione) che, prese insieme, emozionano ed entusiasmano il pubblico”.
Oggi sono molti i centri giovanili salesiani che continuano questa eredità. Offrono un tempo educativo diverso e, in molte occasioni, coinvolgono famiglie, associazioni di genitori e altri gruppi della Famiglia Salesiana.
L’esperienza educativa del teatro offre l’opportunità di dare importanza a chi, a volte, si sente più irrilevante. “Abbiamo visto come ragazzi che non avevano mai detto più di due frasi di fila davanti ad un gruppo di persone siano riusciti a ricoprire ruoli di primo piano e hanno acquisito una grande fiducia in se stessi, che mantengono tuttora”, spiegano i responsabili della compagnia dei salesiani di Cartagena, impegnata in questa stagione a rappresentare il musical “Un millón de sueños” ispirato alla pellicola “The Greatest Showman”. Diversi membri di quella compagnia si sono appassionati così tanto al teatro e che lo hanno eletto a loro professione, anche con ottimi risultati, come David Matarín, attore delle serie HBO “Todo lo otro”.
“Il teatro riunisce una moltitudine di valori che meritano di essere riconosciuti, dallo spirito di gruppo alla tendenza all’auto-miglioramento, dalla bellezza dell’arte alla gioia… Crediamo fermamente che il teatro salesiano aiuti i giovani a diventare persone migliori. Potremmo riformulare la frase di Don Bosco e dire che ‘una casa salesiana senza musica, e senza teatro, è come un corpo senza anima’”, aggiungono da Guadalajara.
Diversi gruppi teatrali salesiani della Spagna avevano attivi dei progetti di musical prima che scoppiasse la pandemia di Covid-19. Quasi tre anni di lavoro sui “nuovi” spettacoli hanno permesso di mettere a punto molti dettagli, ma hanno anche generato una gestione complicata dopo il ritorno alla normalità. Con il rinnovo di parte del cast, si è dovuto ricominciare praticamente da zero con prove, coreografie e canzoni. Anche se la pandemia ha indubbiamente generato una spinta motivazionale in più per tutti.
“Abbiamo sofferto molto e per molto tempo e ora tocca a noi riportare il sorriso sui volti di tutti gli spettatori. Il nostro motto durante la pandemia è stata una frase cantata in una delle nostre canzoni: ‘Se camminiamo insieme, i nostri sogni si realizzeranno’”, spiega Pablo Patiño, direttore del gruppo teatrale di Guadalajara.
“Il ritorno al teatro ha portato gioia sia ai partecipanti, sia agli animatori. È un progetto che entusiasma tutti, volevamo essere di nuovo sul palco e creare uno spettacolo con tutti i bambini e i giovani che si sono iscritti”, confermano dal teatro salesiano di Cartagena.
Da parte sua, il gruppo “Amorevo” di Madrid ha cercato di adattarsi alle circostanze richieste dall’emergenza sanitaria. Ispirandosi alla figura di Don Bosco, che cercava soluzioni fantasiose, hanno trovato strade alternative per poter fare le prove da casa e continuare a mantenere i contatti, senza pensare in nessun momento di interrompere l’attività durante il periodo di chiusure. È poi hanno trasmesso il loro musical in streaming.
Superata questa complessa fase, i musical salesiani riprendono ora la loro attività nel modo più normale possibile. Per molti promotori, l’“era post-Covid” sta portando con sé nuove sfide. “Una di quelle che stiamo affrontando è la carenza di coinvolgimento e di responsabilità. Attualmente notiamo che la disponibilità a impegnarsi in un progetto non è ai massimi livelli e vediamo che la cultura dello sforzo è stata erosa. Ma questo non ci frena, anzi ci spinge a continuare a lavorare per abbattere queste barriere”, conclude Javier García, direttore di “Amorevo”.
Per conoscere i musical salesiani in programma per questa stagione, visitare il sito salesianos.info.
